Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE
Atto a cui si riferisce:
C.7/00343 [Revisione della normativa europea sulla pesca]
Atto Camera
Risoluzione in Commissione 7-00343 presentata da LUCIANO AGOSTINI
mercoledì 9 giugno 2010, seduta n.334
La XIII Commissione,
premesso che:
il 1o giugno sono scadute le deroghe contenute nel regolamento CE n. 1967/2006, sulla pesca nel Mediterraneo, relativamente all'ampiezza delle maglie del sacco delle reti a strascico ed ai valori minimi di distanza dalla costa per l'operatività delle imbarcazioni che utilizzano reti trainate e per le draghe idrauliche;
queste disposizioni stanno suscitando moti di protesta in tutte le marinerie in specie quelle italiane e greche;
il citato regolamento sulla pesca nel Mediterraneo si innesta su una profonda crisi del settore già in sofferenza che vede un notevole calo di addetti (da oltre 47.000 del 2000 ai 30.000 attuali), una costante riduzione delle catture (2 per cento ad annualità), un calo consistente dei redditi di circa il 30 per cento dal 1990, l'incremento dei prezzi del carburante del 240 per cento dal 2002 al 2008 con incidenza dei costi di produzione che, per quanto riguarda il sistema a strascico, arriva fino al 60 per cento;
il termine delle deroghe comporterà gravi rischi sul piano socio economico per la perdita di redditività delle imprese ed il conseguente aumento della disoccupazione nel settore. Solo per quanto attiene al piccolo strascico costiero, secondo la ricerca del Cles Srl, i soli armatori operanti nell'alto Adriatico subiranno una perdita di fatturato stimata intorno ai 12 milioni di euro;
il Ccr (Consiglio consultivo regionale) Med, riunitosi il 7 e 8 giugno a Marbella, ha chiesto alla Commissione europea una verifica urgente del regolamento sulla pesca nel Mediterraneo, chiedendo un accelerazione della procedura prevista dall'articolo 9, comma 3, punto 3 dello stesso regolamento del Mediterraneo, che prevede, alla luce dei recenti dati forniti dalla ricerca, di rivedere alcuni nodi cruciali;
il Commissario europeo per gli affari marittimi e la pesca, Maria Damanaki, ha ribadito più volte ed in più occasioni la volontà di non concedere ulteriori deroghe alle restrizioni imposte dal regolamento (CE) n. 1967/2006, asserendo che contemporaneamente veglierà sulla rigorosa attuazione del regolamento per il Mediterraneo;
il Ministro Galan, pur condividendo e sostenendo la posizione del Commissario europeo, ha tuttavia rimarcato la necessità di tutele sociali per il settore;
la soluzione ai problemi sopra esposti deve passare obbligatoriamente attraverso il Consiglio dei ministri dell'Unione europea;
impegna il Governo:
ad adottare ogni iniziativa necessaria per esercitare un'azione di pressione nei confronti della Commissione europea, per operare una revisione della normativa in tempi anticipati rispetto a quelli previsti (2012), cogliendo anche l'occasione offerta in tal senso dal Libro verde sulla riforma della politica comune della pesca (PCP), in materia di maggiore sussidiarietà;
ad adottare inoltre le iniziative necessarie per conseguire i seguenti obiettivi:
a) rapida attuazione di un fermo pesca straordinario chiamato, diversamente dal passato, a contribuire alla soluzione non solo del problema del sovrasfruttamento delle risorse, ma anche alla gestione della fine delle deroghe e dell'introduzione delle nuove maglie;
b) attivazione di tutte le iniziative, anche in sede Ecofin, per l'adozione del regime speciale IVA agricola al settore della pesca, in ragione dell'equiparazione dell'imprenditore ittico con quello agricolo avvenuta con il decreto legislativo n. 154 del 2004;
c) attuazione di misure di agevolazione fiscale e previdenziale, quali la sterilizzazione delle fiscalità e della previdenza di settore per una annualità (esenzione totale da IRAP ed IRPEF, ovvero IRES);
d) incremento dei fondi finalizzati alla prosecuzione, con estensione ai lavoratori marittimi imbarcati su pescherecci di cui sono proprietari, della cassa integrazione in deroga fino al 31 dicembre 2011, in attesa di rendere tale istituto un ammortizzatore sociale ordinario;
e) accelerazione delle procedure per il varo del Programma nazionale triennale della pesca e dell'acquacoltura, attualmente in proroga di una annualità, prevedendo nei sui contenuti:
1) un piano di salvataggio per il piccolo strascico costiero, comprendente l'attuazione di una serie di misure socio-economiche per avviare un processo di adeguamento e riposizionamento delle imprese coinvolte;
2) la creazione di un Fondo o di una Agenzia nazionale per lo sviluppo dell'imprenditoria ittica che innovi la strumentazione di supporto alle imprese per il recupero della competitività, in linea con la più recente normativa europea sugli aiuti di Stato per le piccole e medie imprese di settore, mediante investimenti orientati alla crescita delle dimensioni aziendali, ristrutturazioni e salvataggi, concentrazioni e fusioni prestiti partecipativi, e altri;
f) avvio delle procedure per il riassetto, il riordino, il coordinamento e l'integrazione della normativa nazionale in materia di pesca e acquacoltura così come previsto dalla delega conferita al Governo nell'ambito della legge comunitaria 2009;
g) costituzione di una task force per il monitoraggio ed il coordinamento degli interventi propri delle regioni quali, ad esempio, piani di gestione locali, ammodernamenti per la flotta in attività, azioni per l'integrazione del reddito e la diversificazione delle attività, servizi e formazione;
h) apertura di un negoziato con ENI-AGIP per la riedizione di una campagna di acquisti prodotti petroliferi scontati, sulla scia della positiva esperienza del protocollo siglato con ENI nel marzo 2008;
i) utilizzo delle specifiche risorse del Fondo europeo della pesca (FEP), misura «Ammodernamento», per sostenere l'adeguamento delle reti, disponendo la riapertura dei termini per la scelta delle maglie da utilizzare.
(7-00343)
«Agostini, Sani, Brandolini, Oliverio, Servodio, Di Giuseppe, Zucchi, Marco Carra, Cuomo, Dal Moro, Fiorio, Mario Pepe (PD), Trappolino, Marrocu».