Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Atto a cui si riferisce:
C.4/07436 [Fare un passo serio e credibile nella direzione di una riconversione dello lo stabilimento siderurgico Ferriera di Servola]
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-07436 presentata da ANTONIO DI PIETRO
martedì 1 giugno 2010, seduta n.330
DI PIETRO e MONAI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
a Trieste, nel rione Servola, che conta una popolazione complessiva di circa 40.000 abitanti, è attivo nelle vicinanze delle case di civile abitazione, di asili e scuole, lo stabilimento siderurgico Ferriera di Servola;
detto stabilimento siderurgico, costruito alla fine del 1800 per produrre circa 50.000 tonnellate annue di ghisa, realizzato a valle di quello che allora era un paese di poche case, oggi produce circa 400.000 tonnellate annue di ghisa;
già nel novembre del 1995, il comune di Trieste classificava la Ferriera quale «industria insalubre di Ia e IIa classe». Attualmente lo stabilimento esercisce la propria attività in regime di autorizzazione integrata ambientale - AIA - come da delibera del 28 dicembre 2007 della regione Friuli Venezia Giulia;
da sottolineare che la suddetta AIA, era stata concessa, tra l'altro, in totale assenza del «piano della qualità dell'aria», (successivamente presentato nell'autunno 2009 sotto forma di proposta), e contiene una lunga serie di prescrizioni ad adempiere finalizzate a raggiungere, nel corso del tempo, le caratteristiche di minimizzazione di impatto ambientale, cioè quelle caratteristiche tecniche di funzionalità impiantistica che lo stabilimento avrebbe già dovuto possedere all'atto del rilascio dell'autorizzazione, come si può evincere dal tempestivo ricorso al T.A.R. presentato dallo stesso comune di Trieste avverso la concessione AIA, a firma del sindaco Di Piazza;
della sorte di detto ricorso non si è più avuta pubblica notizia né tanto meno ha avuto risposta il quesito fondamentale, posto anche dall'ARPA fvg nella sua relazione tecnica pre-AIA, riguardante la compatibilità ambientale e conseguentemente sanitaria derivante dalla coesistenza tra rimpianto siderurgico e la zona fortemente antropizzata estremamente prossima allo stesso impianto;
dopo soli sei mesi dal rilascio dell'AIA (estate 2008), a fronte delle preoccupanti informative dell'azienda per i servizi sanitari (A.S.S.) n. 1, lo stesso comune di Trieste richiedeva alla regione, il riesame dell'AIA, con conseguenti convocazioni delle conferenze dei servizi;
a tutt'oggi, trascorsi ormai due anni, nessuna conferenza risulta convocata, nonostante le informazioni e le plurime sollecitazioni inoltrate dalle associazioni ambientaliste e da alcune forze politiche;
nell'aprile 2009, un protocollo d'intesa relativo ad un'eventuale riconversione della Ferriera e reimpiego delle maestranze in una construenda centrale elettrica da 400 mw, a gestione Lucchini Energia s.r.l., veniva sottoscritto tra proprietà ed enti locali. Peraltro successivamente si è assistito all'uscita della Lucchini dalla proprietà della Ferriera. Detto protocollo seguiva ad un precedente protocollo d'intesa, che prevedeva tra l'altro la dismissione dell'attività siderurgica per lo Stabilimento di Trieste entro il 2009, e anch'esso non onorato;
la situazione ambientale è andata progressivamente degradandosi nell'ultimo decennio, dopo la totale privatizzazione dello stabilimento. Attualmente, dopo la cessione del pacchetto azionario della Lucchini, la proprietà è totalmente del colosso siderurgico russo Severstal;
le criticità ambientali sono state rilevate anche a seguito di una serie di campagne di monitoraggio iniziate dalla procura della Repubblica di Trieste e confermate anche dall'ARPA fvg, in cui, nel corso degli ultimi anni, si sono evidenziati notevoli superamenti dei limiti di legge previsti per polveri (PM 10), benzene e benzo(a)pirene, talvolta, a seguito di dette criticità ambientali, sono stati condotti procedimenti giudiziari nei confronti della proprietà, procedimenti che non hanno sortito alcun effetto migliorativo concreto in quanto si sono sempre risolti in sanzioni pecuniarie simboliche;
l'ultimo di detti procedimenti, che interessava 240 eventi, accertati dalla P.G., di emissioni di fumi e polveri nocive/moleste/tossiche/irritanti, si è concluso il 5 marzo 2010 con una ulteriore oblazione;
a tutt'oggi proseguono le segnalazioni di cittadini alla polizia municipale per frequente presenza di emissioni diffuse gassose e polverulente irritanti con caratteristiche odorose di catrame, solfoderivati, naftaline e altro, di cui la popolazione ignora eventuali nocività e/o tossicità, stante l'assoluta disinformazione al pubblico da parte delle autorità preposte. A tale proposito si segnala che nel corso del 2009, sono pervenute alla polizia municipale di Trieste più di 640 segnalazioni in merito da parte di cittadini;
particolare interesse ed allarme sanitario per le istituzioni preposte, avrebbero dovuto suscitare i risultati di una campagna analitica del 2007 (da aprile alla fine di settembre), commissionata dalla procura di Trieste ad un istituto universitario cittadino, che anche in seguito svolgerà funzioni di consulente tecnico in ulteriori indagini per la stessa. In detto documento, acquisito in tempi precedenti alla concessione dell'AIA, vengono evidenziati ripetuti superamenti notevolissimi dei limiti di legge per polveri e idrocarburi, ed inoltre si esplicita come il particolato fine PM 2,5 prelevato in zona Servola eserciti sulle cellule azione genotossica e mutagena;
a seguito di detta indagine ambientale l'azienda per i servizi sanitari (A.S.S.) n. 1, inviò al sindaco di Trieste, tuttora in carica, una serie di informative, sollecitandolo a provvedere adeguatamente per la tutela sanitaria della popolazione. Nessun atto concreto risulta essere stato posto in essere dal primo cittadino;
altre segnalazioni verranno inviate successivamente dall'azienda per i servizi sanitari n. 1 all'attuale sindaco, in merito ai rischi sanitari connessi con i ripetuti superamenti dei limiti di legge per i vari inquinanti;
nelle polveri di ricaduta, oltre a vari metalli pesanti, sono stati reperiti una serie di idrocarburi policiclici aromatici (IPA) estremamente tossici per inalazione, ingestione e contatto. Si ritiene di dover sottolineare che la convivenza con tali polveri per i cittadini residenti non è saltuaria, ma bensì si configura come una situazione permanente e continua alla quale non hanno la possibilità di sottrarsi in alcun modo;
un campione di volontari sottopostisi privatamente ad analisi ematiche ha riscontrato nel 100 per cento dei soggetti superamenti dei range per manganese e/o altri metalli pesanti, con punte da 3 a 22 volte il massimo tabellare. Dell'argomento è stata informata la suddetta azienda per i servizi sanitari n. 1;
attualmente lo stabilimento Ferriera di Servola, come si è visto, svolge le sue attività in regime AIA nonostante a fine settembre 2009, cioè ad oltre 18 mesi dalla concessione, non risultassero ottemperate alcune prescrizioni, di cui la più importante interessa la depurazione preventiva al congedo a mare di una serie di acque meteoriche ed industriali. A tutt'oggi non risulta soddisfatta la completa ottemperanza alle prescrizioni;
detta situazione, rischia di incrementare il già pesante inquinamento di acque di falda e fondali marini antistanti lo stabilimento, come già più volte evidenziato dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare a firma dell'allora (luglio 2008) responsabile della direzione generale per la qualità della vita del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, che inoltre sollecitava stabilimento ed istituzioni preposte alla verifica della messa in sicurezza dell'arenile prospiciente allo Stabilimento;
ultimamente lo stabilimento è stato oggetto di attenzione della procura della Repubblica di Grosseto in merito a presunte anomalie nella gestione dei rifiuti speciali, pericolosi e non;
è inoltre di pubblica visibilità l'incremento dei cumuli, a livello collinare formati da residui di lavorazione, in particolare di loppa d'altoforno giacente fino sul bagnasciuga e scivolata anche a mare, e tutto questo stante l'assoluta assenza di provvedimenti impositivi per l'opportuno stoccaggio e dislocazione protetta;
a fronte di quanto suesposto, non è mai stato fatto alcun passo serio e credibile nella direzione di una riconversione della Ferriera, motivata sia dal recupero di un'area di oltre 700.000 metriquadri, utile per uno sviluppo alternativo, che da motivi ambientali e di pubblica sanità, il tutto con la doverosa attenzione alla tutela economica delle maestranze;
in ambito locale, l'associazione «NOSMOG», riconosciuta Onlus, che, per statuto, si prefigge di combattere l'inquinamento che affligge la città di Trieste ed in particolare il rione di Servola, ha lavorato in questi anni a una continua ricerca documentale presso le istituzioni preposte al controllo dell'ottemperanza alle prescrizioni imposte dall'AIA, alla tutela dell'ambiente e della salute pubblica. Negli ultimi due anni ha provveduto alla stesura di un centinaio di segnalazioni, osservazioni, sollecitazioni, richieste di tutela, note informative, rivolte di volta in volta a tutte le istituzioni cittadini, alla locale procura della Repubblica, e, più recentemente, anche a quella di Grosseto, presentando inoltre due esposti (l'ultimo dei quali in data 6 marzo 2009) alla Commissione ambiente della Comunità europea -:
se, stante quanto indicato in premessa, e nell'ambito delle proprie prerogative, non si intenda verificare se sia stato fatto tutto quanto previsto dalla normativa nazionale e comunitaria in materia di tutela della salute pubblica e dell'ambiente, stante la coesistenza dell'impianto siderurgico con le relative emissioni inquinanti da esso prodotte, e la zona fortemente antropizzata prossima all'impianto medesimo e se non si ritenga opportuno intervenire al fine di favorire una riconversione della Ferriera, motivata da ragioni di tutela ambientale e soprattutto di pubblica sanità, recuperando un'area di oltre 700.000 metriquadri, utile per uno sviluppo alternativo e maggiormente eco-sostenibile, il tutto con la doverosa attenzione alla tutela economica delle maestranze della stessa Ferriera e del relativo indotto. (4-07436)