• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/07224 [Azioni a seguito della richiesta di bonifica della discarica di Bellolampo, Palermo]



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07224 presentata da ELISABETTA ZAMPARUTTI
lunedì 17 maggio 2010, seduta n.322
ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:


in un articolo pubblicato, l'11 maggio 2010, dal quotidiano La Repubblica nella cronaca di Palermo, si legge che le falde acquifere attorno alla discarica di Bellolampo sono inquinate come emerge dalle prime analisi degli esperti incaricati dai sostituti procuratori Geri Ferrara e Maria Teresa Maligno, che indagano ormai da mesi sulla gestione del sito di smaltimento dei rifiuti alle porte di Palermo;


il dato è preoccupante soprattutto perché quelle falde si trovano attorno ad alcuni pozzi dell'Amap: ecco perché, il 13 maggio, dopo un vertice con i tre consulenti, i pubblici ministeri Ferrara e Maligno hanno dato il via ad altre analisi ancora più approfondite, sulle falde e sui pozzi;


l'Amap continua a fornire dati rassicuranti, come una recente dichiarazione del direttore dell'azienda Guido Catalano che aveva spiegato che l'acqua viene sottoposta ad analisi accurate prima di essere immessa in rete e che pertanto «i cittadini possono stare tranquilli non abbiamo rilevato alcun dato anomalo e nemmeno tendenze sospette»;


l'inchiesta, che era nata solo per accertare le responsabilità attorno a un lago di percolato nella discarica, si è trasformata presto in un maxi fascicolo con un'ipotesi di reato di disastro colposo. Le analisi dell'Arpa hanno appurato che il percolato è tracimato a valle, finendo per inquinare il torrente Celona, le cui acque finiscono poi nel canale Passo di Rigano e quindi nel mare dell'Acquasanta. Sono 13 gli indagati dell'inchiesta, praticamente tutti i vertici dell'Amia dal 2007. Le ultime verifiche della procura stanno mettendo in luce gravi carenze nella struttura della discarica: secondo i magistrati, sarebbero da attribuire a una gestione discutibile da parte dei vertici dell'azienda di igiene ambientale;


le ultime analisi sono state effettuate sulle cosiddette «acque sotterranee»: la presenza di diverse sostanze inquinanti ha subito messo in allarme i consulenti dei magistrati. La discarica è adesso considerata ufficialmente nelle carte della procura un «grosso fattore inquinante». Le nuove verifiche vogliono scoprire fino a che punto i pozzi dell'Amap siano a rischio;


il 10 maggio 2010, i magistrati titolari dell'indagine hanno fatto una riunione anche col procuratore capo Francesco Messineo, che segue da vicino l'evolversi dell'inchiesta. A rischio non sono solo i pozzi dell'Amap, ma anche i tanti pozzi abusivi realizzati nel corso degli anni: non esiste un monitoraggio, i magistrati hanno dunque chiesto ai carabinieri del Noe di fare verifiche approfondite;


nell'indagine è coinvolta l'Arpa, l'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, che ha sviluppato le analisi;


la grave situazione ambientale e sanitaria non è nuova, protraendosi da anni con interventi dei carabinieri del Noe, della procura antimafia e della procura di Palermo;


l'emergenza percolato era emersa già nel settembre 2009;


la Presidenza del Consiglio dei ministri ha autorizzato, con ordinanza, fino al 31 maggio 2010 lo smaltimento nella discarica di Bellolampo dei rifiuti urbani stoccati provvisoriamente in esecuzione delle ordinanze urgenti adottate dal Presidente della provincia, e dal sindaco di Palermo. Lo smaltimento deve essere effettuato dal soggetto gestore d'intesa con l'Arpa Sicilia e la provincia di Palermo per ridurre al minimo l'impatto ambientale. Il sindaco deve provvedere, tramite l'Amia, e utilizzando le risorse economiche anticipate dalla regione siciliana, a smaltire il percolato presente nella discarica di Bellolampo -:

quali azioni siano state messe in atto a seguito dell'ordinanza che ha sancito lo stato di emergenza, per la bonifica della discarica di Bellolampo;


se corrisponda al vero che la gestione della discarica sia ancora dell'Amia, nonostante quanto in premessa evidenziato;


se e quali iniziative si intendano assumere per verificare che nella discarica di Bellolampo non siano stati scaricati illegalmente rifiuti pericolosi;


quali iniziative intendano assumere a tutela della salute e dell'ambiente nella zona in questione e per fare chiarezza sulle cause della cattiva gestione della discarica di Bellolampo.(4-07224)