• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/03126 [Attivazione del numero telefonico d'emergenza 112]



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-03126 presentata da FRANCA BIONDELLI
giovedì 6 maggio 2010, seduta n.375

BIONDELLI - Ai Ministri per le politiche europee, della salute, delle infrastrutture e dei trasporti e dello sviluppo economico - Premesso che:

la Commissione europea il 4 maggio 2010 a Bruxelles ha deciso di adire per la seconda volta la Corte europea di giustizia contro l'Italia per non aver ancora attivato, unico fra gli Stati membri, il numero telefonico d'emergenza 112;

l'Italia era già stata condannata dalla Corte per questo inadempimento il 15 gennaio 2009. Il secondo ricorso in Corte è accompagnato dalla richiesta di una forte sanzione pecuniaria: l'Italia dovrà pagare 39.680 euro al giorno per tutto il tempo che sarà intercorso fra la prima e la seconda condanna della Corte, più 178.560 euro al giorno, a partire dalla seconda sentenza di condanna e fino a quando il Paese non si metterà in regola;

gli Stati sono tenuti a garantire che quando una persona chiama il numero unico di emergenza europeo, il 112, da un cellulare le informazioni sulla sua ubicazione siano trasmesse ai servizi di emergenza;

in Italia invece chiamando il 112 rispondono i Carabinieri, i quali hanno adottato una serie di provvedimenti per la realizzazione della propria struttura di risposta in lingua straniera al fine di fornire un efficiente servizio in tutte le province ai cittadini stranieri. Questa iniziativa non è sufficiente in quanto occorre realizzare un «call center laico» capace di ricevere e inoltrare telematicamente gli allarmi alle altre centrali operative di secondo livello, quelle della Polizia di Stato, dei Carabinieri, dei Vigili del fuoco e del soccorso sanitario (oltre a tutti quegli altri enti che contribuiscono alle operazioni di soccorso, quali Guardia di finanza, soccorso alpino e speleologico del CAI, Guardia costiera, Corpo forestale dello Stato e Polizia locale);

questo sistema attivato solo in via sperimentale a Varese porta sostanzialmente ad una forte riduzione dei tempi di intervista telefonica e di invio dei mezzi di polizia o di soccorso senza più problemi di localizzazione del chiamante;

presentando alla stampa la decisione, il portavoce del commissario responsabile del settore delle telecomunicazioni, Neelie Kroes, ha osservato che c'è della gente che muore in Italia a causa della mancata attivazione del servizio d'emergenza del 112, che permette ai soccorsi di individuare con precisione il luogo da cui si chiama in caso di incidente. Un servizio che sarebbe particolarmente utile, ad esempio per i turisti in Italia che potrebbero non sapere esattamente dove si trovano. Il portavoce Jonathan Todd ha sottolineato ancora che in certe situazioni, dopo un incidente, i minuti contano, perché arrivare con i soccorsi qualche minuto prima, per esempio per chi entra in coma, può fare la differenza fra sopravvivere o morire. Finora, ha riferito Todd, le autorità italiane hanno risposto alle sollecitazioni della Commissione a dare esecuzione alla sentenza della Corte prendendo tempo e hanno assicurato che stavano provvedendo, ma le assicurazioni verbali non bastano. Inoltre ha rilevato che è necessario che l'Italia attivi il servizio d'emergenza del 112 come hanno fatto tutti gli altri paesi dell'Unione europea;

il Governo italiano ha adottato il decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, recante "Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee" (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 223 del 25 settembre 2009), convertito, con modificazioni, dalla legge n. 166 del 2009, che all'art. 8, rubricato "Numero di emergenza unico europeo - Attuazione direttiva n. 2002/22/CE - Procedure d'infrazione n. 2006/114 e 2008/2258 ex articolo 228 TCE", recita: «1. Ai fini della realizzazione degli interventi connessi con l'implementazione del numero di emergenza unico europeo di cui all'articolo 26 della direttiva 2002/22/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 marzo 2002, è autorizzata, per l'anno 2009, la spesa di 42 milioni di euro. 2. Agli oneri derivanti dall'attuazione del comma 1, si provvede con le disponibilità del Fondo di rotazione di cui alla legge 16 aprile 1987, n. 183, che, a tale fine, sono versate all'entrata del bilancio dello Stato e riassegnate ai pertinenti stati di previsione, per essere destinate alle finalità di cui al presente articolo»;

attraverso questo stanziamento si cerca di evitare la sanzione, ma la situazione è ancora ferma agli incontri tra i diversi Ministeri interessati. Occorre ora procedere, in fretta, ad una razionalizzazione e concentrazione delle attuali centrali operative, con investimenti tecnologici capaci di rendere la risposta alle emergenze più rapida ed efficace;

l'Italia comunque è l'unico Paese europeo che non ha attivato il 112, per informare i servizi di emergenza su dove si trovi chi chiama, secondo le direttive della Comunità europea;

da tali premesse si evince che il Governo non solo è responsabile di un grave danno economico e di immagine dell'Italia, in quanto notevoli sono gli oneri per aver disatteso la direttiva europea, ma in particolare non si attiva per garantire una migliore gestione dell'emergenza che può salvare molte vite umane,

si chiede ai Ministri in indirizzo di sapere quali provvedimenti intendano adottare per riscontrare le responsabilità di chi ha portato l'Italia a subire le sanzioni della Comunità europea e, soprattutto, quali siano i motivi per cui il Paese non ha ancora operato, tenuto conto che tale inerzia porta a gravi carenze nel settore dell'emergenza in Italia e certamente provoca un danno all'immagine dell'Italia non favorendo, peraltro, lo sviluppo del turismo in entrata.

(4-03126)