• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/02725 [Qualità dell'insegnamento della lingua inglese nella scuola elementare]



Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-02725 presentata da ROSA DE PASQUALE
giovedì 8 aprile 2010, seduta n.304
DE PASQUALE e GHIZZONI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:

sul giornale La Repubblica del giorno 7 aprile 2010 è stato evidenziato un problema già ben noto agli interroganti, ai competenti organi parlamentari, alle scuole del Paese ed anche al Ministro interrogato, quello dell'enorme abbassamento di qualità e di quantità della offerta formativa dell'insegnamento della lingua inglese e delle lingue in genere;

infatti il Partito Democratico ha più volte evidenziato con forza nei propri interventi in Commissione ed in Assemblea, oltre che sulla stampa e con ogni mezzo a propria disposizione, non ultimi una petizione popolare, mozioni parlamentari, interrogazioni ed interpellanze urgenti, una proposta di parere alternativo depositata in Commissione VII alla Camera, la propria forte contrarietà alle scelte governative codificate nel «piano programmatico» stilato dal Ministro interrogato negli ultimi mesi del 2008 in attuazione delle disposizioni di cui all'articolo 64 del decreto-legge n. 2 del 2008, convertito dalla legge n. 133 del 2008, che tra l'altro, dispone la riduzione in tre anni, nell'organico scolastico nazionale, di circa 140 mila unità di personale docente ed ata;

il ricordato «piano programmatico» prevede altresì il totale taglio dei docenti specializzati per l'insegnamento della lingua inglese nella scuola elementare, che di contro verrà insegnato dai docenti ordinari, conoscano o meno la lingua straniera, previo un breve corso di formazione;

pare davvero poco lungimirante la scelta governativa di andare a ridurre la qualità dell'insegnamento delle lingue straniere, oltre alle ore di insegnamento delle stesse, in un'età in cui più veloce risulta essere l'apprendimento delle lingue in un mondo globalizzato in cui i nostri figli non potranno fare a meno di conoscere correttamente almeno due lingue comunitarie, così come chiesto anche dal protocollo di Lisbona;

l'articolo del giornale La Repubblica evidenzia come «mentre le scuole private si attrezzano con docenti madrelingua, il ministero manda in classe insegnanti di inglese improvvisati. È quello che, stando alle rimostranze dei sindacati, accadrà già dal prossimo anno scolastico alla scuola primaria. Il taglio degli 11 mila e 200 docenti specialisti di inglese (che cioè insegnano soltanto inglese, perché in possesso il più delle volte della laurea in lingue straniere) alla scuola elementare proseguirà secondo la tabella stabilita dalla finanziaria 2009 e il prossimo anno saranno 4 mila e 500 gli specialisti dirottati nelle classi ad insegnare tutte le discipline (o ambiti: dalla matematica all'italiano) e non più soltanto inglese»;

nell'articolo citato si legge: «I tagli agli organici condotti senza criterio - tuonano dalla Cisl scuola - incidono inevitabilmente sulla qualità dell'offerta formativa, con scarso rispetto per la dignità professionale degli insegnanti: l'efficacia e la qualità della didattica non possono continuare ad essere l'ultima preoccupazione di chi governa la nostra scuola pubblica». In pratica, «saranno duemila i docenti di scuola primaria che nel prossimo settembre saranno chiamati ad insegnare l'inglese anche se non avranno ancora completato il percorso di formazione con cui dovranno acquisire il livello di competenza minima previsto dagli standard internazionali»;

per la Flc Cgil «si tratta di una evidente forzatura, a scapito della qualità della formazione e, dunque, dell'insegnamento della lingua inglese, solo per risparmiare qualche migliaio di posti di specialista rispetto a quelli attualmente necessari per coprire questo insegnamento in tutte le classi». Il corso di formazione, che dovrebbe dare ai neodocenti di inglese tutte le competenze necessarie ad insegnare la lingua straniera ai più piccoli, prevede 340 ore di formazione blended (parte on line e parte in presenza), di cui 100 al primo anno;

alla fine del percorso, i docenti dovrebbero avere acquisito un bagaglio di competenze pari al livello B2 delle certificazioni Ue. E per insegnare l'idioma della regina Elisabetta saranno individuati prioritariamente coloro che sono già in possesso di una certificazione di livello pari ad A1. Ma questo non garantirà gli scolari da insegnanti in pratica «fai da te». «In termini più chiari - continuano da via Bargoni - non basta che il possesso di un livello A1 di competenza sia indicato come requisito di priorità nell'accesso al contingente dei duemila corsisti accelerati: questo deve essere indicato come requisito essenziale e imprescindibile» -:

ove tra 5 mila futuri insegnanti abilitati ad impartire le lezioni di inglese ce ne siano pochi con la certificazione A1, quali iniziative intenda adottare il Ministro al fine di sopperire all'esigenza di garantire un qualificato insegnamento di lingua inglese nelle scuole primarie statali, oltre che al fine di evitare che salgano in cattedra insegnanti senza alcuna o limitatissima nozione di lingua inglese;

quali siano le soluzioni che il Ministro ritiene utile adottare al fine di garantire un lungimirante investimento nell'effettiva qualità dell'apprendimento e della conoscenza delle lingue da parte dei nostri studenti, che costituiscono il futuro del nostro Paese;

se sia vero che delle 340 ore di formazione in tre anni (100 al primo, 100 ai secondo e 140 al terzo) la maggior parte saranno on line e che quelle in presenza saranno appena 90, una su quattro;

se sia vero che le migliaia di docenti che a settembre 2010 dovranno insegnare inglese agli scolari di prima e seconda elementare ancora non hanno fatto neppure un'ora di formazione e che entro il 31 agosto 2010 ne avranno svolte appena 50.
(5-02725)