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Atto a cui si riferisce:
C.1/00344 premesso che: Cuba è una repubblica socialista retta da un sistema di governo autoritario che impedisce la competizione politica democratica tra partiti e candidati...



Atto Camera

Mozione 1-00344 presentata da MATTEO MECACCI testo di giovedì 11 marzo 2010, seduta n.298
La Camera,

premesso che:

Cuba è una repubblica socialista retta da un sistema di governo autoritario che impedisce la competizione politica democratica tra partiti e candidati plurali;

Cuba ha da febbraio 2009 come capo di stato e di governo il Generale Raul Modesto Castro Ruz, fratello del lider maximo Fidel Castro;

il sistema politico e di Governo attuale a Cuba è la conseguenza della rivoluzione castrista che ha portato alla destituzione di Fulgenzio Batista nel 1959;

ad oggi il Paese mantiene la pena di morte, pur non effettuando esecuzioni dall'aprile 2003;

la libertà di espressione è limitata, con tutti i principali mezzi di comunicazione di massa sotto fermo controllo da parte dello Stato;

il sistema giudiziario e i suoi membri sono eletti dall'Assemblea Nazionale, ossia tribunali e procuratori sono sotto il controllo governativo e, come ha riportato Amnesty International, il sistema giudiziario ha continuato ad essere usato come arma per intimidire i dissidenti politici;

come ha dichiarato Amnesty International, nel rapporto annuale 2009 su Cuba, le restrizioni alle libertà di espressione, di associazione e di riunione sono molto severe e sistematiche. Giornalisti e dissidenti politici sono di continuo oggetto di vessazioni e maltrattamenti da parte di agenti di sicurezza;

in questo contesto di repressione è emerso il caso del dissidente cubano Orlando Zapata Tamayo. Infatti, il 23 febbraio 2010, come hanno riportato le principali testate giornalistiche italiane tra cui il Corriere della Sera, è morto il dissidente cubano Orlando Zapata Tamayo;

Zapata è il primo detenuto politico che muore per sciopero della fame a Cuba dal 1972;

il dissidente cubano, 42 anni, è morto all'ospedale dell'Avana, dove era ricoverato dopo 85 giorni di sciopero della fame, iniziativa non violenta con la quale intendeva denunciare le pessime condizioni detentive in cui si trovava da molti anni;

Zapata era, infatti, stato arrestato nel corso della massiccia repressione del 18 marzo 2003 - nota come Primavera nera - insieme a un gruppo di 75 attivisti democratici, intellettuali e sindacalisti e ad oggi 20 di loro sono stati rilasciati per ragioni di salute, ed era stato condannato a 36 anni di detenzione per diversi reati, fra cui «vilipendio di Fidel Castro»;

il presidente Raùl Castro si è detto dispiaciuto di fronte a tale evento, dichiarando che il decesso è «il risultato dei rapporti con gli Stati Uniti e del loro comportamento», e che «a Cuba non ci sono torturati, non ci sono stati torturati, non c'e stata alcuna esecuzione e queste cose succedono alla base di Guantanamo»;

di opposto tenore sono invece le dichiarazioni sia del Direttorio democratico cubano di Miami, secondo cui Zapata «è stato assassinato dal regime castrista che gli ha negato i diritti più elementari» sia di Oswaldo Paya, leader del Movimento cristiano di liberazione, che ha aggiunto che Zapata è morto per difendere «la libertà, i diritti e la dignità di tutti i cubani»;

come ha inoltre, affermato il portavoce della Commissione cubana per i diritti e la riconciliazione nazionale, sono almeno 126 le persone che sono state fermate a Cuba dopo la morte di Zapata, tra le quali la blogger Yoani Sanchez, famosa per le critiche mosse al governo cubano, mentre 30 sono le persone arrestate alla vigilia del funerale del dissidente cubano;

il 4 marzo 2010, a Yoani Sanchez è stato negato il permesso di uscire dal paese per andare a un congresso internazionale in Cile. Tale negazione è un'altra arma usata dal Governo nei confronti delle persone che protestano contro il regime;

dalle pagine de La Repubblica, si è avuta anche notizia il 4 marzo 2010, che Guillermo Farinas, 48 anni, giornalista e dissidente cubano ha da circa una settimana, a seguito della morte di Zapata, iniziato uno sciopero della fame per chiedere la liberazione di 26 detenuti politici in gravi condizioni di salute;

Guillermo Farinas è stato ricoverato lo scorso 3 marzo in gravi condizioni all'ospedale di Santa Clara, dopo aver sofferto uno shock ipoglicemico ed essere rimasto incosciente;

in un'intervista al quotidiano spagnolo El Pais Farinas ha dichiarato: «sono determinato a proseguire nella protesta e pronto ad andare fino al martirio»;

secondo quanto ha riportato Amnesty International, la situazione del rispetto dei diritti umani a Cuba è tale che:

a oggi ci sono 58 prigionieri di coscienza, di cui 55 facenti parte del gruppo dei 75 che insieme a Zapata sono stati arrestati nel 2003, e la maggior parte di loro è stata giudicata colpevole di reati come «aver agito contro l'indipendenza dello Stato», di aver ricevuto fondi e/o materiale dal governo degli Usa, con l'obiettivo di svolgere attività valutate sovversive e dannose; di aver pubblicato articoli o interviste su mezzi d'informazione finanziati dagli Usa, oppure aver avuto contatti con organizzazioni internazionali per i diritti umani, con gruppi e singole persone ritenute ostili al governo dell'Avana;

le accuse mosse agli arrestati, come nel caso di Zapata, concernono reati per i quali il Codice penale cubano prevede pene più severe come la violazione dell'articolo 91 del Codice penale (esso prevede condanne da dieci a venti anni o la pena di morte per chiunque, «nell'interesse di uno Stato straniero, abbia compiuto atti finalizzati alla messa in pericolo dell'indipendenza dello Stato cubano o della sua integrità territoriale»), la legge 88 (essa prevede lunghi periodi di detenzione per chi sia trovato colpevole di sostenere la politica degli Stati Uniti, volta a «scardinare l'ordine interno, destabilizzare il Paese e distruggere lo Stato socialista e l'indipendenza di Cuba»), o entrambi;

lo stesso diritto dei dissidenti ad avere una difesa indipendente è negato dal fatto che gli avvocati sono nominati dal governo cubano e potrebbero quindi esitare a sfidare i procuratori o rigettare le prove prodotte dai servizi d'intelligence dello Stato;

le condizioni di prigionia sono disumane: le celle sono molto piccole (2x1 m), senza bagno né mobilio; sono prive di acqua potabile, spesso infestate da ratti, topi e blatte; i prigionieri non sono autorizzati a uscire, a ricevere visite, a fare esercizio fisico, e in alcuni casi non possono coprirsi con indumenti né avere coperte e lenzuola. Sono riportate, inoltre, notizie di consueti maltrattamenti per opera di guardie carcerarie;

vi sono inoltre casi di detenuti che stanno subendo condizioni detentive analoghe a quelle di Zapata, quali ad esempio:

1) Marcelo Cano Rodriguez, oppositore politico e difensore dei diritti umani. È stato arrestato a Las Tunas il 25 marzo 2003, mentre stava indagando sull'arresto di un altro dissidente, Jorge Luis Garda Paneque. È stato condannato a 18 anni per aver visitato prigionieri e incontrato le loro famiglie per conto della Commissione cubana dei diritti umani e la riconciliazione nazionale e aver tenuto rapporti con l'organizzazione internazionale Medici senza frontiere. È ora detenuto nel carcere Ariza di Cienfuegos, a 250 chilometri di distanza dal suo domicilio nella capitale L'Avana, cosa che rende difficili le visite dei familiari;

2) Victor Rolando Arroyo Carmona, un bibliotecario indipendente e vicepresidente dell'organizzazione Forum per la riforma. È stato arrestato il 18 marzo 2003 e condannato, neanche tre settimane dopo, a 26 anni di carcere. Secondo il capo d'accusa, aveva costituito una biblioteca contenente oltre 6000 volumi di carattere «reazionario», aveva collaborato con agenzie di stampa non accreditate presso il Governo cubano e aveva vinto il premio «Hellman/Hammet» di Human Rights Watch. Si trova nella prigione Cuba Sì nella provincia di Hoiguìn;

3) Darsi Ferrer, direttore del Centro per la salute e i diritti umani Juan Bruno Zayas, arrestato nel luglio 2009 con la falsa accusa di aver ricevuto beni ottenuti illegalmente, imputazione che normalmente è conciliata con il pagamento di una cauzione, mentre Ferrer è stato sottoposto a processo e si trova in una prigione di massima sicurezza, riservata ai condannati per reati violenti;

Cuba ha solo firmato, ma non ancora ratificato, l'Accordo internazionale sui diritti civili e politici, che garantisce la libertà di espressione, riunione e associazione; non applica i principi delle Nazioni Unite per la tutela di tutte le persone soggette a qualsiasi forma di detenzione o carcerazione, e gli standard internazionali per il trattamento dei prigionieri, la cui applicazione garantirebbe a tutti i detenuti un giusto processo e il diritto di avere un avvocato difensore;

a seguito delle conclusioni del Consiglio del giugno 2008 Cuba e l'Unione europea hanno ufficialmente ripreso il dialogo con l'obiettivo di discutere tutta una serie di potenziali settori di cooperazione tra i quali anche i diritti umani;

dal 2003 fino a tale decisione del 2008 l'Unione europea aveva imposto sanzioni in seguito all'arresto il 18 marzo 2003 di 75 prigionieri di coscienza tra i quali anche Zapata;

le conclusioni del Consiglio del giugno 2009 hanno ribadito la scelta del dialogo con Cuba, decidendo di includere anche la questione dei prigionieri politici e sarà nel giugno 2010 che il Consiglio valuterà il futuro di tale dialogo,
impegna il Governo:
affinché nelle sedi internazionali, a partire dal'Unione europea, in particolare in vista delle decisioni del Consiglio dell'Unione europea del giugno 2010, assuma una posizione che chieda, in parallelo al dialogo per il rafforzamento delle relazioni economiche e politiche con Cuba, un maggiore rispetto delle norme di diritto internazionale in materia di diritti umani, a partire dalla liberazione dei prigionieri di coscienza attualmente detenuti a Cuba;

in vista del Consiglio Unione europea del giugno 2010, e in assenza di atti concreti di miglioramento della condizione dei detenuti politici cubani, a chiedere che l'Unione europea assuma sanzioni economiche individuali e restrizioni nella concessione dei visti agli esponenti del Governo cubano responsabili di violazioni;

a chiedere al Governo cubano di revocare la legge 88 e normative simili che favoriscono l'arresto di prigionieri di coscienza e restringono illegalmente l'esercizio delle libertà fondamentali;

a chiedere in ogni contatto bilaterale con il Governo cubano la liberazione dei detenuti politici, a partire da quelli in gravi condizioni di salute e che rischiano la vita;

a chiedere che il Governo cubano autorizzi la Croce rossa internazionale a visitare i detenuti a Cuba;

a prevedere che in occasione della Festa della Repubblica italiana, ogni 2 giugno, l'Ambasciata italiana a Cuba inviti alle celebrazioni ufficiali anche gli esponenti della società civile, dei sindacati autonomi e del mondo intellettuale indipendente cubano oltre alle autorità cubane.

(1-00344)
«Mecacci, Zamparutti, Bernardini, Maurizio Turco, Farina Coscioni, Beltrandi, Touadi, Ferrari, Bachelet, Colombo, Sarubbi, Laratta, Baretta, Fiano, Barbi».