Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Atto a cui si riferisce:
S.4/02793 LANNUTTI - Al Ministro dell'economia e delle finanze - Premesso che:
è recente la notizia che indica Marco Tronchetti Provera tra i nominativi dei possibili candidati alla presidenza di...
Atto Senato
Interrogazione a risposta scritta 4-02793 presentata da ELIO LANNUTTI
martedì 2 marzo 2010, seduta n.343
LANNUTTI - Al Ministro dell'economia e delle finanze - Premesso che:
è recente la notizia che indica Marco Tronchetti Provera tra i nominativi dei possibili candidati alla presidenza di Mediobanca nel caso dell'uscita dell'attuale presidente Geronzi per la presidenza delle assicurazioni Generali;
Tronchetti Provera, nonostante nel 2006 abbia abbandonato Telecom al suo destino con il pretesto dell'interferenza dello Stato nel piano di riassetto, continuerebbe ad incassare milioni di euro dalle varie commesse assegnate alle aziende esternalizzate da Telecom e a lui riconducibili grazie ad un sistema di proprietà incrociate;
dopo la lunga storia della mala privatizzazione di Telecom si scopre che presso la sede della stessa c'è una centrale di spionaggio che avrebbe commissionato e confezionato dossier su circa 6.000 persone tra imprenditori, politici, banchieri, uomini dello sport e dello spettacolo, giornalisti e anche centinaia di dipendenti e azionisti del gruppo Telecom Pirelli;
Tronchetti "abbandona la nave" nel pieno della prima ondata di arresti sulla questione dossier che dal punto di vista dell'immagine gioca la sua partita. I giocatori sono i protagonisti di quella centrale di spionaggio che si sposta da Pirelli a Telecom nel 2001, l'anno appunto in cui Tronchetti acquista Telecom;
Marco Tronchetti Provera è accusato di aver "spolpato" la società Telecom cedendo alla sua Pirelli buona parte del prestigioso e rilevante patrimonio immobiliare di Telecom. Una manovra di svendita che sembra aver arricchito Pirelli Real Estate ai danni dell'operatore telefonico, di cui oggi incassa l'affitto perché buona parte di questi edifici rientrano nei suoi fondi immobiliari Pirelli RE. Vengono in questo modo sottratte risorse economiche indispensabili allo sviluppo delle telecomunicazioni italiane;
in particolare, secondo una ricerca sui bilanci Telecom, effettuata dal dottor Sergio Cusani per conto della SLC-CGIL, presentata a Milano il 2 marzo 2007, nel periodo di "gestione" dell'azienda da parte di Tronchetti Provera (2001-2006) la Telecom è stata depauperata del proprio patrimonio immobiliare, in gran parte trasferito a Pirelli, come dimostra la voce di bilancio "terreni e fabbricati" passata da 2,9 miliardi di euro del 2001 a 789 milioni di euro al 30 giugno 2006; a ciò si aggiunga che, nello stesso periodo di riferimento, dai bilanci Telecom emerge una crescita dell'indebitamento netto, quasi raddoppiato, arrivando a 42,2 miliardi di euro al 30 giugno 2006, dai 22,5 miliardi di euro del 31 dicembre 2001;
considerato che:
l'uscita di Tronchetti dalla Telecom è anche un simbolo della fragilità del modello italiano del capitalista-imprenditore-padrone: accentratore che soffoca lo sviluppo di una classe manageriale; più interessato a fare affari che a gestire un'azienda; grande capitalizzatore di relazioni e visibilità mediatica. Privilegia il controllo, spesso detenuto grazie a complesse strutture societarie, con il meccanismo delle scatole cinesi, finanziarie e legali, anche a costo di rinunciare ad espandersi se le dimensioni necessarie per competere nel mondo sono troppo grandi per mantenerlo;
i Governi spesso fingono (oppure hanno finto) di non vedere i frutti velenosi della privatizzazione e tutte le ricadute negative per il Paese: buchi economici, ruberie, tagli di posti di lavoro, con dipendenti passati a 84.695 alla data del 30 giugno 2006 da ben 122.622 registrati nel bilancio 1999, perdite per i piccoli azionisti, disservizio all'utenza privatizzando i profitti e socializzando le perdite senza avere migliorato in alcun modo la qualità del servizio;
è di questi giorni la notizia che il Gip di Roma ha aperto un'inchiesta su una maxi frode della quale sarebbero state protagoniste dal 2003 al 2006 le due società di telecomunicazione, Fastweb e Telecom Italia Sparkle per il reato di associazione a delinquere transnazionale pluriaggravata, riciclaggio, frode fiscale;
un comunicato diffuso durante la conferenza stampa del 23 febbraio 2010 in procura spiega che le indagini hanno accertato che i capitali illegali, riciclati attraverso un sofisticato circuito internazionale finanziario e bancario, provenivano da operazioni commerciali fittizie di acquisti e vendita di servizi di interconnessione telefonica internazionale per un valore di oltre 2 miliardi di euro. Le operazioni sono state realizzate con la compiacenza di alti funzionari amministratori delle società Telecom Italia Sparkle e Fastweb attraverso società di comodo di diritto italiano, inglese, panamense, finlandese, lussemburghese e off-shore;
i nomi di spicco tra gli indagati sono di Sivio Scaglia, fondatore di Fastweb, Nicola Di Girolamo, accusato di aver violato la legge elettorale con aggravante mafiosa, Stefano Parisi AD di Fastweb, Riccardo Ruggero, presidente del Consiglio di amministrazione di Telecom Sparkle all'epoca dei fatti, ma i nomi sono talmente tanti da far dichiarare al Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso: "si è trattato di una strage della legalità, realizzatasi in una commistione in tanti campi, dalla criminalità organizzata alla politica, dal mondo degli affari all'economia";
la Procura di Roma ha fatto richiesta formale di commissariamento delle due società Fastweb e Telecom Sparkle. Secondo quanto si è appreso la richiesta di commissariamento è motivata dalla "mancata vigilanza" ed è stata fatta sulla base della legge n. 231 del 2001, che prevede sanzioni per quelle società che non predispongono misure idonee a evitare danni all'intero assetto societario.
I magistrati di piazzale Clodio ipotizzano infatti che le due società siano colluse con gli ideatori della frode ai danni del fisco e del riciclaggio di denaro di provenienza illecita;
milioni di abbonati hanno ricevuto nel periodo indagato dalla Direzione distrettuale antimafia bollette gonfiate per telefonate mai effettuate, spesso fatturate proprio dalle stesse aziende di telecominicazioni oggetto dell'indagine della Procura;
nell'ambito della recente inchiesta sono, inoltre, risultati collegamenti tra Gennaro Mokbel, il principe degli hacker Ghigni e la Security Telecom guidata da Giuliano Tavaroli. I dettagli dell'affare stanno in un voluminoso contratto di vendita, datato 15 giugno 2007, tra la Ikon di Garbagnate Milanese, la Digint. Quest'ultima, secondo gli investigatori, sarebbe stata creata dalla banda capeggiata da Gennaro Mokbel, l'organizzatore della colossale frode fiscale in cui sono coinvolti Fastweb e Telecom Italia Sparkle;
a giudizio dell'interrogante Consob, collegio sindacale, società di revisione e consiglieri "indipendenti" sono stati totalmente assenti mentre i vertici aziendali di Fastweb e le partecipate di Telecom Italia mettevano in atto una frode fiscale colossale scoperta dal lavoro egregio di carabinieri del Ros e Guardia di finanza, su delega della direzione distrettuale antimafia e dei magistrati della Procura della Repubblica di Roma, che ha danneggiato migliaia di consumatori truffati, ai quali sono state addebitate telefonate fantasma mai effettuate dai "furbetti del telefonino";
la retata dei giorni scorsi in esecuzione di 56 ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip di Roma su richiesta della direzione distrettuale antimafia, su una vasta operazione di riciclaggio di denaro sporco per un ammontare di oltre 2 miliardi di euro scoperta dai Ros e dalle Fiamme gialle, oltre a rappresentare una delle frodi più colossali della storia recente, mette in luce la totale assenza dei doverosi controlli, soprattutto della Consob, a giudizio dell'interrogante distratta, su bilanci societari, che appaiono manipolati per importi rilevanti e che non potevano passare inosservati;
a giudizio dell'interrogante ha perfettamente ragione il gip Aldo Morgigni a puntare il dito contro Telecom Italia, nel periodo infausto della gestione di Tronchetti Provera e Riccardo Ruggiero, artefici di un articolato saccheggio, non solo immobiliare, del patrimonio dell'azienda telefonica, affermando che: "o si è in presenza di una totale omissione di controlli all'interno del gruppo Telecom Italia sulle gigantesche attività di frode e riciclaggio, o vi è stata una piena consapevolezza delle stesse";
il filone principale dell'indagine riguarda alti funzionari ed amministratori delle società Telecom Italia Sparkle e Fastweb accusati, con riferimento ad un arco temporale che va dal 2003 al 2006, in piena gestione di Tronchetti Provera (2001-2006), di falsa fatturazione di servizi telefonici e telematici inesistenti, venduti dalle compagini italiane Cmc e Web Wizzard srl nonché da I-Globe e Planetarium, che evadevano il pagamento dell'Iva per un ammontare complessivo di circa 400 milioni di euro, trasferendoli poi fraudolentemente all'estero, dove i soldi venivano reinvestiti in beni come appartamenti, gioielli e automobili;
le accuse per tutti gli indagati sono di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e al reimpiego di ingentissimi capitali illecitamente acquisiti attraverso un complesso sistema di frodi fiscali,
si chiede di sapere:
quali siano le motivazioni ad avviso del Ministro in indirizzo per cui "capitani coraggiosi" gestori di servizi in concessione, come Marco Tronchetti Provera, protetti dai governanti di turno, non vengono mai chiamati a rendere conto dei disastri aziendali provocati, bensì continuano a percepire ingenti retribuzioni nonché ad essere candidati in ruoli di vertici senza che alcuno chieda un'azione di responsabilità verso lo scandalo di questi manager, anche quando si individua una consistente rete spionistica che potrebbe far pensare a finalità puramente ricattatorie e di gestione del potere economico;
se il Governo sia a conoscenza dell'ammontare del disavanzo di bilancio che le operazioni illecite condotte dai compiacenti alti funzionari delle società telefoniche indagate hanno provocato;
quali misure urgenti vorrà adottare per prevenire in futuro tali attività fraudolente ed il ripetersi di ben congegnate truffe ed abusi a danno dei piccoli azionisti, dei risparmiatori e delle famiglie;
come intenda agire per offrire il doveroso risarcimento e la tutela a milioni di pensionati, cittadini e casalinghe, che hanno subito fatturazioni di bollette gonfiate per telefonate inesistenti che hanno generato discussioni, perfino sospetti con conseguenti liti familiari, da parte di tutti i dirigenti di Telecom Italia e Fastweb indagati e/o implicati a qualsiasi titolo;
se sia a conoscenza delle avvenute opportune e doverose segnalazioni alla Banca d'Italia da parte degli istituti di credito in seguito al vorticoso giro di denaro che avveniva con ingenti spostamenti di risorse da un conto all'altro e quante ispezioni la Banca d'Italia abbia effettuato su banche e intermediari finanziari per la corretta applicazione della normativa antiriciclaggio.
(4-02793)