Testo INTERPELLANZA
Atto a cui si riferisce:
C.2/00581 [Contratto stipulato con l'azienda farmaceutica svizzera Novartis]
Atto Camera
Interpellanza urgente 2-00581 presentata da FRANCO CECCUZZI
martedì 19 gennaio 2010, seduta n.268
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
in seguito alla diffusione, su scala mondiale, dell'influenza «A» (virus H1N1) ed ai ripetuti allarmi su una possibile pandemia lanciati dall'Oms (Organizzazione mondiale della sanità) il 21 agosto 2009 il Ministero della salute ha sottoscritto un contratto con la casa farmaceutica Novartis per l'acquisto diretto di 24 milioni di dosi di vaccino del virus H1N1, per un importo pari a 184 milioni di euro;
secondo i piani del Ministero della salute tali dosi sarebbero state utilizzate per attuare un piano di vaccinazione che doveva interessare, entro il 2009, almeno il 40 per cento della popolazione italiana;
nonostante i programmi del Ministero il 24 dicembre 2009 l'Istituto superiore di sanità ha comunicato ufficialmente che la copertura vaccinale (percentuale di persone vaccinate sul totale della popolazione alla quale è raccomandato) è pari al 4 per cento, mentre la copertura per il personale sanitario e sociosanitario raggiunge appena il 15 per cento del totale;
nello specifico al 22 dicembre 2009 è stato reso noto che sono state vaccinate in Italia solamente 820.456 persone;
oggi è ragionevolmente ipotizzabile, dal momento che il picco dell'influenza «A» si è verificato nel mese di novembre 2009, che la maggior parte delle dosi di vaccino commissionate non verranno utilizzate;
è emersa, dalla pubblicazione del contratto stipulato fra Ministero della salute e Novartis (reso noto nel dettaglio soltanto nei giorni scorsi), la presenza di clausole che sembrano salvaguardare quasi esclusivamente la casa farmaceutica: a partire dalla possibilità, per Novartis, di non rispettare la data di consegna dei vaccini senza l'applicazione di alcuna penalità, dalla non responsabilità dell'azienda rispetto ad eventuali danni alla salute causati dal vaccino stesso, dalla tipologia di confezionamento delle dosi a completa discrezione della casa farmaceutica e dall'obbligo dello Stato di pagare comunque le dosi commissionate e non ritirate;
lo stesso articolo 1 del contratto citato stabilisce che Novartis è obbligata a produrre e a rispettare il contratto ma solo fino a quando ciò sia «ragionevole». Dove per «sforzi commercialmente ragionevoli» si intende che l'azienda si impegna ad adempiere all'incarico, ma che laddove intervengano «fattori esulanti dal pieno controllo della Novartis» l'accordo decade ma lo Stato deve comunque rispettare gli accordi economici siglati;
la multinazionale Novartis è attualmente presente in 140 nazioni con numerosi stabilimenti in tutta Italia;
negli insediamenti di Siena e Rosia (provincia di Siena) si concentrano le attività di ricerca, sviluppo e produzione della divisione vaccini e diagnostici di Novartis. In tali stabilimenti sono attualmente presenti oltre 2.000 dipendenti: un numero che testimonia l'importanza dell'azienda farmaceutica sul piano economico, produttivo ed occupazionale del territorio senese e della Toscana;
il 13 gennaio 2010 l'azienda Novartis ha annunciato l'avvio di un piano di riorganizzazione della propria area commerciale per far fronte, come riportato da organi di informazione, «al processo di cambiamento nella struttura del sistema sanitario in atto in Italia, che comporta una sempre maggiore centralizzazione amministrativa a livello regionale e non di singola Azienda Sanitaria Locale, oltre al conseguente e progressivo ridimensionamento delle attività di informazione scientifica»;
tale ridimensionamento prevede inizialmente la procedura di mobilità per 24 dipendenti (20 informatori scientifici e 4 interni) della sede di Rosia;
questa scelta dell'azienda è stata fortemente criticata da associazioni sindacali ed istituzioni locali che hanno richiesto un incontro urgente, con i vertici di Novartis per discutere sulla riorganizzazione annunciata dall'azienda farmaceutica;
le motivazioni di Novartis, che giustifica il ridimensionamento occupazionale con «la diminuzione del fatturato delle vendite italiane negli ultimi due anni» (come riportano gli organi di informazione);
risultano oggi quanto mai discutibili alla luce soprattutto del contratto fra Governo italiano e la casa farmaceutica stessa sulle dosi di vaccino del virus H1N1. Un contratto, come evidenziato in precedenza, che ha permesso a Novartis un finanziamento di 184 milioni di euro oltre alla presenza di numerose clausole, ad avviso degli interroganti, quasi esclusivamente a favore dell'azienda che hanno azzerato di fatto il rischio d'impresa;
in questo contesto va inoltre segnalato che, nei giorni scorsi, la multinazionale Novartis ha annunciato (come riportato da organi di informazione) di voler rilevare, al prezzo di 28,1 miliardi di dollari, la quota dell'azienda Alcon (uno dei leader mondiali dei prodotti per l'oculistica) detenuta dal gruppo Nestlé (52 per cento) -:
quali iniziative urgenti intenda assumere il Governo per salvaguardare i livelli occupazionali degli stabilimenti Novartis presenti in Italia, a partire dalla messa in mobilità di alcuni dipendenti in provincia di Siena;
se e quali iniziative urgenti intenda intraprendere il Governo per fare piena chiarezza sul contratto stipulato con l'azienda farmaceutica svizzera Novartis sulla produzione del vaccino per il virus H1N1 e se non ritenga opportuno, anche in relazione ai cospicui finanziamenti connessi al contratto, assumere iniziative affinché da parte di Novartis sia garantita l'occupazione come punto fondamentale;
se e quali iniziative intenda assumere il Governo a sostegno degli enti locali, delle organizzazioni economiche e sindacali, per consolidare e rafforzare la presenza in Italia ed in particolare in Toscana ed in provincia di Siena, di quest'azienda multinazionale i cui investimenti e le cui capacità produttive, e soprattutto le ricadute occupazionali, rappresentano un asset fondamentale per l'industria e l'economia italiana.
(2-00581)
«Ceccuzzi, Cenni, Sani, Fontanelli, Mattesini, Mariani, Cavallaro, Ciriello, Trappolino, Meta, Marco Carra, Pollastrini, Carella, Tidei, Fogliardi, Fiorio, Ferrari, Fiano, Brandolini, Concia, Corsini, Laganà Fortugno, Bocci, Bonavitacola, Boffa, Giacomelli, Garofani, Agostini, Cuperlo, Zucchi, Nannicini, Braga, Sbrollini».