• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/02341 [Realizzazione di due casse di espansione lungo il torrente Lavino]



Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-02341 presentata da ANGELO ALESSANDRI
giovedì 14 gennaio 2010, seduta n.266
ALESSANDRI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:

come si apprende da un comunicato stampa della Lega Nord di Zola Predosa del 14 settembre 2009, nello stesso comune di Zola Predosa si starebbero per realizzare due casse di espansione lungo il torrente Lavino, presso il confine con Monte San Pietro;

stando alle motivazioni raccolte sommariamente a livello locale, tali opere dovrebbero servire ad assorbire piene eccezionali del torrente, riducendo il rischio di esondazioni a valle;

sarebbero già prossime ad essere pienamente operativi i presupposti tecnici e strumentali diretti alla compiuta realizzazione delle casse di espansione, come la disponibilità di tutte le superfici oggetto delle opere o i finanziamenti occorrenti agli oneri delle stesse, al momento risulterebbero ancora in fase di acquisizione con forti dubbi sul loro buon esito;

come anche denunciato dal locale WWF sezione di Bologna e dalla Lega Nord di Zola Predosa, la vicenda assumerebbe aspetti preoccupanti per la tutela dell'ambiente e del paesaggio e ad ogni modo censurabili, soprattutto per ciò che riguarda l'omesso espletamento delle attese valutazioni di impatto ambientale e se del caso anche della valutazione ambientale strategica, evitate dalle amministrazioni competenti perché le stesse avrebbero eseguito una semplice procedura di screening legata al progetto conclusasi con delibera della giunta regionale n. 1543 del 30 luglio 2004 e che prevedeva, anche se con prescrizioni, l'esclusione dalla procedura di V.i.a.;

dalla delibera della giunta della regione Emilia Romagna del 23 aprile 2007, si riscontra che l'operazione in questione sarebbe iniziata nel 2006. Con delibera del 23 febbraio 2006 n. 1/7 il comitato istituzionale dell'Autorità di bacino del Reno ha adottato la variante al vigente piano stralcio per il bacino del torrente Samoggia, che riguarda la modifica della perimetrazione dell'area di localizzazione dell'intervento per la realizzazione delle casse di espansione per il torrente Lavino tra il ponte Rivabella della Strada Provinciale 26 «Valle del Lavino» ed il centro abitato di Zola Predosa;

la medesima Autorità ha pubblicato, in data 15 marzo 2006, nel Bollettino Ufficiale della regione Emilia-Romagna, l'avviso dell'avvenuta adozione della variante in oggetto;

l'Autorità di Bacino del Reno, con delibera del comitato istituzionale n. 2/6 in data 13 dicembre 2006, nel prendere atto che in tale periodo non sono pervenute osservazioni, ha poi adottato in via definitiva la variante in questione;

il progetto preliminare per la costruzione delle casse di espansione per la laminazione delle piene in località Rivabella in comune di Zola Predosa, approvato con determinazione del responsabile del servizio difesa del suolo e della costa n. 15161 del 12 novembre 2003, attua le indicazioni del piano stralcio di bacino del Torrente Samoggia, circa la soluzione delle condizioni di rischio idraulico individuate dagli studi preliminari;

il progetto complessivo, comprendente le due casse di espansione e l'area di miglioramento idraulico, occupano una superficie di circa 25 ettari con una capacità di invaso pari a circa 1.000.000 di metri cubi che, per essere realizzato, pone la necessità che siano asportati circa 450.000 metri cubi di ghiaia e sabbia alluvionale;

al fine di asportare e commercializzare il materiale ghiaioso e sabbioso, il comune di Zola Predosa ha predisposto il piano comunale delle attività estrattive che è stato approvato con delibera del consiglio comunale n. 41 del 1o giugno 2005;

come si evince dalla breve cronistoria riportata, si starebbero per realizzare due grosse cave di ghiaia attive per parecchi anni: i lavori creeranno un disagio notevole agli utenti del percorso vita e del frequentatissimo percorso pedonale fra Zola Predosa e Calderino, che dovranno transitare di fianco alle cave. I 416.000 metri cubi di materiale da rimuovere solo con il primo stralcio dei lavori graveranno pesantemente sulla provinciale del Lavino, strada già notevolmente trafficata e congestionata;

il predetto WWF sezione di Bologna segnala un rischio non trascurabile di inquinamento della falda idrica profonda a cui attingono i pozzi che riforniscono l'acquedotto bolognese, dato che queste cave si trovano proprio nella zona di assorbimento da cui si alimenta, tutelata dall'articolo 28 del Piano paesistico regionale;

ciò che appare particolarmente grave è che nella convenzione tra il comune e l'impresa esecutrice dei lavori, la «Lavino 2003», non sarebbe prevista alcuna sistemazione paesaggistica dell'opera, come è prassi consolidata nella regione Emilia Romagna per opere di questo tipo. Le casse d'espansione possono infatti essere realizzate con opportuni accorgimenti per diventare delle oasi ricche di vita naturale e non degli sterili «buchi» in cui possono riversarsi, non depurate dalla vegetazione, acque contaminate o rifiuti tossici. Le casse d'espansione del Secchia, in comune di Rubiera (Reggio Emilia) oggi sono una riserva naturale e rappresentano un valore aggiunto del territorio, molto apprezzato e fruito dai cittadini;

si tratta di mantenere un livello minimo vitale di acqua, di sagomare opportunamente le sponde, impiantare una siepe alberata perimetrale, per l'amministrazione sarebbe doveroso chiedere al cavatore il massimo ripristino ambientale, visti i margini altissimi di guadagno che realizza con la vendita della ghiaia;

la tutela rigorosa della falda idrica, il ripristino ambientale, la conservazione della biodiversità ed altre specifiche materie degne di tutela, dovrebbero essere prescritte dalla valutazione d'impatto ambientale, che non è stata prevista ma che sarebbe più che mai necessaria;

la Lega Nord di Zola Predosa ha inoltre denunciato come si sia venuti, a conoscenza solo mercoledì 9 settembre 2009, con la presentazione del progetto in commissione urbanistica del comune di Zola Predosa, dell'avvenuta autorizzazione del progetto con provvedimento del Commissario prefettizio preso il 18 maggio 2009, ossia pochi giorni prima delle elezioni amministrative, con ciò celando alla popolazione fatti importanti che avrebbero potuto comportare un'espressione del voto certamente maggiormente consapevole e critica;

la stessa Lega Nord locale ha evidenziato che le piene del Lavino sono poco frequenti, e dopo l'ultima del 1999, con modesta esondazione nei pressi della via Emilia, sono state fatte opere di rinforzo agli argini. Perciò risulterebbero più urgenti gli interventi a difesa di altre aree comunali, tra cui le zone di Riale e Ponte Ronca, dove si sono verificati numerosi eventi alluvionali e dove le opere idrauliche di difesa sono assenti o inadeguate. Gli esponenti del movimento politico evidenziano a riguardo la singolarità dell'omessa valutazione di impatto ambientale e ove si accettasse la spiegazione che considerate le date di adozione non fosse ancora obbligatoria la Via, non fare degli studi approfonditi di impatto ambientale lascia ora inevitabilmente nei cittadini la sensazione che si possa essere in presenza di potenziali situazioni critiche per la salute pubblica e per l'ambiente -:

se siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se, ciascuno per i profili di propria competenza, non intendano acquisire pertinenti informazioni finalizzate a verificare se la realizzazione della casse di espansione lungo il torrente Lavino, presso il confine con Monte San Pietro, non abbiano impatti pregiudizievoli per l'ambiente, per il paesaggio e per le risorse naturali, con particolare riferimento alla tutela dell'integrità della falda acquifera che interessano l'area.(5-02341)