• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/05432 CENNI, OLIVERIO, BRANDOLINI, SANI, TRAPPOLINO, ZUCCHI e SERVODIO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che: dopo un periodo di...
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Testo della risposta scritta



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05432 presentata da SUSANNA CENNI
martedì 15 dicembre 2009, seduta n.258
CENNI, OLIVERIO, BRANDOLINI, SANI, TRAPPOLINO, ZUCCHI e SERVODIO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:

dopo un periodo di sospensione relativo al biennio 2007-2009 la Commissione europea ha deciso la reintroduzione dei dazi doganali per il grano duro proveniente dai Paesi non membri dell'Unione europea. Una decisione motivata, prevalentemente, dal declino dei prezzi delle materie prime causato dalla crisi economica mondiale;

per il grano duro sono previste tre differenziazioni merceologiche ai fini del calcolo del dazio: alta qualità, media qualità, bassa qualità. Tale suddivisione è frutto dell'accordo «Blair House» tra Unione europea e Usa, siglato in ambito «Gatt» (il patto firmato nel 1947 da 23 Paesi che stabiliva un insieme di regole con l'obiettivo di favorire la liberalizzazione del commercio internazionale). Il metodo di calcolo del dazio sui cereali si basa oggi sul regolamento (CE) 1249/96 e sull'articolo 136 del regolamento (CE) 1234/2007;

in base a tali regolamenti la Commissione europea aveva fissato dal 2 ottobre 2009 i seguenti dazi:

frumento grano duro di alta qualità: 17,20 euro per tonnellata;

frumento grano duro di media qualità: 27,20 euro per tonnellata;

frumento grano duro di bassa qualità: 47,20 euro per tonnellata;

nonostante questa decisione la Commissione europea ha deciso repentinamente di ridurre notevolmente i dazi doganali per il grano duro proveniente dai paesi non membri dell'Unione europea giustificando tale correzione con l'aumento dei noli nei porti di 16,73 euro per tonnellata e con il calo del prezzo del grano sul mercato statunitense, passato da 125 a 121 euro la tonnellata;

in base a tale revisione i nuovi dazi doganali per il grano, in vigore dal 1o novembre 2009, sono i seguenti:

frumento grano duro di alta qualità: 0 euro per tonnellata;

frumento grano duro di media qualità: 3,49 euro per tonnellata;

frumento grano duro di bassa qualità: 23,49 euro per tonnellata;

dai dati sopraccitati si evince quindi che la riduzione apportata dalla Commissione europea è di notevole entità e che soprattutto il dazio per grano duro di alta qualità è stato soppresso;

questi provvedimenti, segnalano le principali associazioni di categoria, arrivano in una fase drammatica del mercato del settore e con il grano duro che ormai, in Italia, viene venduto al di sotto dei prezzi di produzione e con la previsione di una inevitabile contrazione delle semine, sia a livello nazionale che europeo;

secondo le principali associazioni di categoria la riduzione dei dazi, correlata all'abbondante raccolto di Paesi come gli Stati Uniti e il Canada (senza dimenticare altre nazioni come il Marocco) ed al cambio euro-dollaro, promuoverà l'importazione in Europa del grano straniero, soprattutto di categoria «alta qualità», producendo inevitabilmente un nuovo drammatico e devastante abbassamento dei prezzi del prodotto italiano. Un calo che si ripercuoterà sulla stabilità e sull'esistenza stessa delle aziende nazionali del settore;

le stime di Ismea presentate nei mesi scorsi parlano infatti di un comparto, quello del grano italiano, già profondamente in crisi. Per il 2009 è prevista una marcata riduzione della produzione di frumento duro di circa il 35,3 per cento (oltre 1,8 milioni di tonnellate in meno). Il calo è imputabile soprattutto al drastico calo delle superfici che nel complesso sono diminuite del 26,7 per cento. Oltre 400 mila ettari non sono stati messi a coltura nella campagna 2009-2010 del frumento duro (circa 100 mila ettari in meno coltivati in Puglia, 70 mila ettari in meno coltivati in Sicilia, 40 mila ettari in meno in Toscana, circa 30 mila ettari in meno rispettivamente in Basilicata, Sardegna, Emilia Romagna e Lazio). Sul fronte dei prezzi la serie storica delle quotazioni del frumento duro segnala, nel corso del 2008, un calo progressivo e costante;

altro fattore di criticità, che riguarda l'importazione di cereali da Paesi terzi, è rappresentato dall'efficacia dei controlli doganali sulla qualità del prodotto. Per ogni importazione di frumento duro e di frumento tenero di qualità standard alta o media, le autorità doganali dello Stato membro d'importazione prelevano campioni rappresentativi per analizzare il tenore proteico, il peso specifico e il tasso di impurità. Inoltre, per il grano duro, l'autorità competente determina il tenore di grani vitrei. Se la Commissione riconosce ufficialmente un certificato di qualità del frumento tenero o del frumento duro, attestato e rilasciato dallo Stato di origine delle merci, i suddetti campioni non vengono prelevati e le analisi vengono effettuate a puro titolo di verifica della qualità certificata su un numero di partite sufficientemente rappresentativo;

alcuni Paesi europei, nei mesi scorsi, hanno assunto iniziative autonome per preservare il settore nazionale dei cereali: la Spagna ha infatti sospeso l'importazione di 2 milioni di tonnellate di mais da Paesi terzi a dazio ridotto motivando la scelta con il fatto che tale quantitativo avrebbe provocato danni gravissimi al mercato interno, a svantaggio dei produttori di mais che non hanno ancora venduto il proprio raccolto -:

quali iniziative urgenti intenda intraprendere in sede comunitaria, in relazione alla grave crisi che sta attraversando il settore del grano in Italia, per promuovere la modifica dell'attuale entità dei dazi doganali nei confronti dei Paesi non mem- bri dell'Unione europea e la modifica dei parametri in base ai quali viene stabilito il dazio stesso al fine di salvaguardare, in particolar modo, la produzione del frumento «made in Italy»;

se non ritenga utile, per risollevare il settore del grano nazionale, promuovere un tavolo nazionale della filiera cerealicola, nonché accordi di filiera tra produzione ed industria di trasformazione, attraverso il finanziamento di contratti di filiera e di distretto e la definizione di un piano cerealicolo nazionale;

se non ritenga opportuno, tra le iniziative da mettere in campo per risollevare il prodotto italiano soprattutto nelle regioni che stanno registrando i maggiori cali di produzione, promuovere politiche mirate per il sostegno alla promozione della certificazione di qualità del pane locale attraverso il riconoscimento Dop;

a che punto sia, in proposito, l'iter del riconoscimento della Dop «pane toscano»;

se non ritenga opportuno promuovere in sede comunitaria (per garantire una maggiore trasparenza del settore del grano nei confronti di aziende e consumatori) maggiori ed accurati controlli di carattere amministrativo, per il rilascio dei certificati di importazione per il frumento proveniente da Paesi terzi, e di carattere sanitario, per accertare la reale qualità del prodotto;

se non ritenga opportuno avviare un'indagine conoscitiva sulla cessione dei diritti all'importazione temporanea rilasciata ai pastifici che esportano pasta, al fine di monitorare e controllare tale certificazione ed evitare, da parte dei suddetti pastifici, la cessione di tali diritti a commercianti che non sarebbero quindi obbligati a pagare il dazio di importazione per la merce proveniente da Paesi terzi. (4-05432)