• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

link alla fonte

Atto a cui si riferisce:
C.4/04863 DI BIAGIO, SALTAMARTINI, ANTONINO FOTI, FALLICA, TOCCAFONDI, GIOACCHINO ALFANO e LO PRESTI. - Al Ministro per le politiche europee, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04863 presentata da ALDO DI BIAGIO
lunedì 9 novembre 2009, seduta n.242
DI BIAGIO, SALTAMARTINI, ANTONINO FOTI, FALLICA, TOCCAFONDI, GIOACCHINO ALFANO e LO PRESTI. - Al Ministro per le politiche europee, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:

in data 3 novembre 2009 al termine di una battaglia giudiziaria durata più di sette anni, la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha accolto il ricorso presentato nel 2002 da una donna italiana di origine finlandese residente nel padovano;

la questione era stata sollevata nel 2002 dalla donna che aveva chiesto al preside della scuola media di togliere il crocifisso dalle aule dove studiavano i suoi due figli. La donna nell'esprimere la propria contrarietà all'esposizione del simbolo sacro aveva usato come riferimento una precedente sentenza della Corte di Cassazione. Dinanzi al mancato riscontro da parte dell'Istituto, la donna ha deciso di rivolgersi Tar del Veneto e successivamente dinanzi al mancato riscontro del Ministero dell'istruzione, alla Corte di Strasburgo;

secondo la Corte di Strasburgo «l'esposizione obbligatoria di simboli religiosi, in particolare nelle aule scolastiche» viola «il diritto dei genitori di educare i propri figli in conformità con le proprie convinzioni e quello dei bambini a credervi o non credervi»;

stando alla pronuncia della Corte ciascun Paese sarebbe tenuto ad osservare la neutralità confessionale nei contesti della pubblica educazione, poiché la presenza dei crocifissi in classe «restringe il diritto dei genitori ad educare i loro figli secondo le loro convinzioni e il diritto degli alunni a credere o non credere, sussistendo una violazione dell'articolo 2 del Protocollo numero 1 (diritto all'educazione) e dell'articolo 9 (libertà di pensiero, coscienza e religione) della Convenzione sui diritti umani;

nel 2006 il Consiglio di Stato ha evidenziato con grande lucidità la valenza non discriminatoria, sotto il profilo religioso, dell'esposizione del crocifisso in classe, in quanto rappresentativo di una funzione simbolica altamente educativa connessa a valori civilmente rilevanti, che affondano nelle nostre radici e costituiscono il fondamento del nostro vivere e della nostra identità;

il crocifisso rappresenta il simbolo indiscusso della cultura e della civiltà europea, collocandosi ben oltre le distinzioni di carattere confessionale, non inquadrandosi come oggetto di culto ma come espressione del percorso storico e politico della regione Europea;

l'intervento dell'Europa su un versante intimamente legato all'identità storica, culturale e spirituale del nostro Paese e del nostro popolo mal concilia con il percorso di crescita e di integrazione che si intende portare avanti nella regione europea basato su scelte condivise e sul riconoscimento delle comuni radici e della comune identità tra popoli cristiani;

l'orientamento tracciato dalla Corte europea rischia di compromettere l'idea di Europa che si è voluto costruire nel nostro Paese, nascondendo sotto un velo di presunta laicità la storia e la cultura di un intero popolo -:

quali iniziative si intenda predisporre al fine di garantire il mantenimento di un simbolo culturale e valoriale come il Crocifisso nell'ambito degli spazi pubblici e quali iniziative si intendano assumere al fine di aprire un confronto con le istituzioni europee finalizzato al chiarimento della posizione italiana a sostegno della piena valorizzazione del suddetto simbolo come espressione dell'identità cristiana dell'Italia e dell'Europa intera. (4-04863)