Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE
Atto a cui si riferisce:
C.3/00689 GINEFRA e CAPANO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il primo firmatario del presente atto di sindacato ispettivo ha visitato il Centro di identificazione ed...
Atto Camera
Interrogazione a risposta orale 3-00689 presentata da DARIO GINEFRA
giovedì 1 ottobre 2009, seduta n.224
GINEFRA e CAPANO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il primo firmatario del presente atto di sindacato ispettivo ha visitato il Centro di identificazione ed espulsione (CIE) di Bari nella mattinata di giovedì 24 settembre 2009;
nella notte tra sabato 19 e domenica 20 settembre 2009 due cittadini magrebini, sarebbero rimasti feriti a seguito di un pestaggio avvenuto nell'infermeria della struttura stessa;
tanto si apprende dal racconto che i due uomini avrebbero riferito al loro avvocato. A sostegno della loro testimonianza verbale, vi sarebbe un filmato che uno degli «ospiti» del C.I.E. sarebbe riuscito a girare, e a diffondere sul web. Tutto sarebbe cominciato a causa di un malessere che avrebbe colto gli «ospiti» mentre erano nel loro modulo;
uno dei due avrebbe accusato un forte mal di testa; l'altro non sarebbe riuscito a dormire e, esasperato dalla penosa situazione in cui è costretto a vivere, è ricorso ad atti di autolesionismo finalizzati al ricovero in una struttura ospedaliera;
gli altri «ospiti» dello stesso modulo, vista la situazione dei due uomini, avrebbero provato ad avvisare il personale battendo le mani e la testa sulle porte di cemento armato e di ferro che «proteggono» i moduli in cui sono divisi gli ambienti all'interno della struttura;
all'arrivo del personale di servizio, quindi, entrambi i cittadini magrebini avrebbero richiesto di essere portati in infermeria perché venissero loro somministrati medicinali idonei a lenire tali malesseri, e proprio nel luogo di cura sarebbe avvenuto il pestaggio che gli «ospiti» imputano ai militari presenti all'interno della struttura;
nulla di più preciso, se non i particolari riportati dagli organi di stampa (La Gazzetta del Mezzogiorno numeri del 25 e 26 settembre 2009), si è riuscito a sapere dei feriti perché, essendo in un colloquio con il loro avvocato, al primo firmatario del presente atto non è stato possibile incontrarli di persona, e le loro condizioni di salute apprese attraverso le schede mediche si riferivano all'intervento medico del 4 settembre 2009. Nei referti, peraltro, non venivano riferite te dinamiche che avevano portato al ferimento dei due cittadini magrebini;
il C.I.E. di Bari è presidiato da carabinieri, polizia, e dai militari del Battaglione San Marco;
purtroppo i motivi per i quali gli «ospiti» della struttura hanno motivo di protestare sono molteplici, soprattutto da quando lo scorso agosto, con il «cosidetto pacchetto sicurezza», è entrata in vigore la normativa che ha esteso da 60 a 180 giorni il termine massimo di permanenza per le identificazioni necessarie. Tale prescrizione ha mandato al collasso una struttura che, sempre di più, rivela ambienti inidonei, una condizione igienico- sanitaria allarmante, l'insufficienza di personale necessario per fornire un sostegno psicologico idoneo ad affrontare problematiche rese più complesse dal suddetto novellato disposto normativo;
gli «ospiti» del C.I.E. di Bari hanno manifestato al primo firmatario del presente atto di sindacato ispettivo, durante la suddetta visita al Centro, un profondo disagio determinato da legali incaricati d'ufficio che non garantirebbero una continuità nell'assistenza legale, atti di autolesionismo e tentati suicidi per cercare una via di fuga, che si ripeterebbero ormai settimanalmente, la presunta presenza di minori;
a tali testimonianze si aggiungono elementi personalmente accertati dal primo firmatario del presente atto: bagni privi di porte e in condizioni penose con la presenza diffusa di muffe, docce fatte con bottigliette d'acqua rovesciate, letti sbrindellati e privi di coperte, condizioni igienico - sanitarie insufficienti e peraltro altamente rischiose alla vigilia della prevista ondata di influenza «H1N1»;
a seguito della citata modifica legislativa, l'inadeguatezza della struttura, che era stata concepita per una breve permanenza, oggi risulta ancora più evidente. Nonostante l'abnegazione degli operatori presenti nel Centro e dell'Ente gestore, gli «ospiti» non hanno la possibilità di contare su un'adeguata assistenza psicologica che li sostenga a superare una situazione che li pone comunque come veri e propri reclusi. Tale disagio li spinge, come già ricordato e confermato dai medici operanti nella struttura, a compiere gesti estremi contro la propria persona pur di riuscire ad abbandonare il centro -:
quali misure l'amministrazione intenda adottare al fine di fornire un maggiore sostegno psicologico agli «ospiti» della struttura resesi ancor più urgenti a seguito delle modifiche alla normativa che hanno esteso a 180 giorni il termine massimo di permanenza;
se, ai fini della prevenzione sanitaria, si intenda procedere alla somministrazione del vaccino a tutti gli «ospiti» e al personale presente nella struttura, affinché venga evitata una possibile epidemia di influenza «H1N1»;
se intenda verificare i fatti sopra richiamati anche per mezzo di un'ispezione ministeriale;
come lo stesso Ministro, alla luce di quanto rendicontato dalla stampa, intenda procedere per evitare il ripetersi di ogni episodio di violenza all'interno del C.I.E. di Bari. (3-00689)