Testo della risposta
Atto a cui si riferisce:
C.4/01582 RAMPELLI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso...
Atto Camera
Risposta scritta pubblicata giovedì 30 luglio 2009
nell'allegato B della seduta n. 212
All'Interrogazione 4-01582 presentata da
FABIO RAMPELLI
Risposta. - In merito a quanto indicato nell'interrogazione in esame, riguardante il rinvenimento di rifiuti tossici a Crotone, si rappresenta quanto segue.
L'indagine denominata «Black Mountains», condotta dalla procura di Crotone, con il supporto operativo del Nucleo investigativo sanità e ambiente e la Squadra mobile della polizia di Stato di Crotone, ha portato, il 25 settembre 2008, al sequestro preventivo, su ordine emesso in data 22 settembre 2008 dal Gip del tribunale di Crotone, di n. 18 aree ubicate nei comuni di Crotone, Cutro (Crotone) e Isola Capo Rizzuto (Crotone), dove gli indagati, dal 1999 ad oggi, avrebbero realizzato vaste discariche non autorizzate di rifiuti pericolosi (circa 350.000 tonnellate), effettuando lavori con l'impiego di materiali tossici costituiti da Cic (Conglomerato idraulico catalizzato) e da «scoria cubilot», un composto di sabbia silicea, loppa di altoforno e catalizzatori, la cui matrice (il cubilot) altro non è che un rifiuto proveniente dalla lavorazione delle ferriti di zinco, effettuata nello stabilimento della ex società «Pertusola sud» di Crotone, oggi «Syndial spa».
Nel corso dell'indagine, che si ricollega ad un procedimento penale risalente al 1999, condotta dal sostituto procuratore dottor Bruni della Procura della Repubblica di Crotone, si è proceduto a nuovi carotaggi sui siti già oggetto di accertamenti.
A tutti gli indagati, a seguito delle ulteriori analisi effettuate sui siti indicati, è stato contestato:
di aver concorso, o comunque cooperato, alla realizzazione di vaste discariche non autorizzate di rifiuti pericolosi (di cui gli articoli 81, 110 - 113 del codice penale, 51, commi 3 e 5, in relazione all'articolo 256, commi 3 e 5, decreto legislativo n. 152 del 2006);
di aver compiuto fatti diretti a cagionare disastri per la salute e l'incolumità pubblica (di cui agli articoli 81, 110 e 434 del codice penale).
Tra le aree oggetto del provvedimento di sequestro sono ricompresi suoli su cui sono stati costruiti:
due istituti scolastici;
un'area nei pressi locale questura di Crotone;
la banchina di riva del porto commerciale.
Si è appreso, inoltre, che in data 17 gennaio 2009 il gip del Tribunale di Crotone ha disposto il sequestro preventivo del suolo e del sottosuolo relativo alle particelle catastali interessate dal tracciato di via Leonardo da Vinci, ad esclusione della strada asfaltata.
Tale sequestro è stato disposto sulla base di analisi di campioni, prelevati dalla polizia giudiziaria, ed effettuate dall'Agenzia regionale protezione ambientale Calabria di Catanzaro, che accertava che i materiali sospetti rinvenuti avevano una composizione compatibile con:
«ferriti di zinco» (cod. CER 11 febbraio 2002: rifiuti della lavorazione idrometallurgica dello zinco classificati coree rifiuti pericolosi);
«scoria cubilot» (cod. CER. 10 ottobre 2003);
«rifiuti prodotti» da reazioni a base di calcio.
Si accertava, dunque, che la ex strada consortile conteneva e contiene, sotto lo strato di bitume, una notevole quantità di rifiuti speciali pericolosi bioaccumulabili (contaminati da zinco, cadmio, manganese, arsenico, piombo, fosforo, vanadio eccetera), abbancati senza autorizzazione ed in totale spregio di ogni norma cautelare volta ad evitare la loro diffusione nell'ambiente circostante dell'aria e delle falde acquifere.
Inoltre, in data 11 maggio 2009, la predetta Autorità giudiziaria ha disposto il sequestro preventivo del soprasuolo e del sottosuolo relativo ad altre 5 nuove aree ubicate nel comune di Crotone, per gli stessi motivi di cui sopra.
Il fascicolo processuale, atteso che le attività sono ancora nella fase delle indagini preliminari, è secretato e, pertanto, non è possibile fornire ulteriori notizie in merito.
Occorre, al riguardo, rammentare che la situazione ambientale della regione Calabria è critica sin dal 1997, quando fu dichiarato lo stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani con apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 12 settembre 1997. Da allora si sono succedute varie ordinanze, a partire dalla n. 2696 del 21 ottobre 1997, con le quali sono stati attribuiti, ai diversi commissari (n. 8) nominati, i necessari poteri straordinari, volti a garantire gli interventi dovuti per smaltire detti rifiuti speciali e pericolosi, per approntare la bonifica ed il risanamento ambientale dei suoli e dei sedimenti inquinati, dei siti industriali e delle falde, nonché le operazioni a tutela delle acque superficiali e sotterranee e dei cicli di depurazione.
Lo stato di emergenza nei termini citati sarebbe cessato il 31 ottobre 2007; poi, con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3645 del 22 gennaio 2008, è stato affidato al prefetto Montanaro il compito di provvedere fino al 30 giugno 2008, in regime ordinario ed in termini di urgenza, al completamento di tutte le iniziative ancora di propria competenza, già programmate ed in corso di attuazione per il definitivo superamento del contesto di criticità ambientale della regione. Con ordinanza n. 3690 del 4 luglio 2008, l'incarico di commissario delegato è stato infine affidato al prefetto Goffredo Sottile fino al 31 dicembre 2008 e fino a quella data il commissario delegato ha costituito a tutti gli effetti il centro di imputazione di diritti ed obblighi.
Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 18 dicembre 2008 è stato prorogato fino alla fine del corrente anno lo stato di emergenza nella regione Calabria unicamente nel settore dello smaltimento dei rifiuti urbani.
Si informa, inoltre, che, con decreto ministeriale 18 settembre 2001, n. 468, l'area industriale dell'ex Pertusola Sud ed alcune aree limitrofe, interessate dalla contaminazione derivante dalle attività dell'impianto industriale, erano state ricomprese nel sin (sito di bonifica di interesse nazionale) di Crotone - Cassano - Cerchiara.
Con riferimento alle scorie cubilot, la Procura della Repubblica presso il tribunale di Crotone il 17 marzo 2004 notificò «la presenza di siti inquinati ai sensi dell'articolo 8 del decreto ministeriale 25 ottobre 1999 n. 471» allegando «l'elenco dei siti interessati all'interramento delle scorie di lavorazione del reparto cubilot della Pertusola di Crotone».
Ad oggi, dunque, in base alle indagini, risulta la presenza di tale materiale in massiccia quantità, utilizzato per la realizzazione di rilevati e sottofondi stradali, come già indicato, per la costruzione della banchina di riva del porto commerciale di Crotone, presso la discarica di località «Armeria» di Crotone e, addirittura, risulta impiegato perfino nei complessi contenenti due istituti scolastici.
La situazione, pur grave e delicata, è tenuta sotto costante controllo da parte del Ministero dell'ambiente, che, così come in passato, sta tuttora espletando l'attività istruttoria nell'ambito delle conferenze di servizi relative al sin di Crotone. In tali sedi, è stato richiesto, tra l'altro, all'ufficio del commissario di accelerare gli studi del gruppo di lavoro per l'indagine epidemiologica da svolgersi sulla popolazione presumibilmente influenzata dalle attività industriali condotte nel territorio dei comuni di Crotone, Cassano allo Jonio e Cerchiara Calabra.
Non solo, per il recupero del danno ambientale cagionato, nel 2006 il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, unitamente alla Presidenza del Consiglio dei ministri ed al commissario delegato per l'emergenza ambientale nel territorio della regione Calabria, ha promosso innanzi al tribunale civile di Milano azione risarcitoria per i danni provocati dall'attività industriale svolta dalla Pertusola Sud s.p.a. (oggi Syndial s.p.a.) nel comune di Crotone ed in quelli limitrofi.
Nell'atto di citazione con il quale è stata introdotta la causa è fatto espresso riferimento alla presenza, fra i contaminanti individuati nell'area Pertusola, di arsenico contenuto, fra l'altro, nelle scorie Cubilot.
Nel corso dell'istruttoria del procedimento civile, il giudice, con ordinanza del gennaio 2008, ha disposto una perizia tecnica d'ufficio per l'accertamento definitivo dei danni arrecati.
Intanto, con ordinanza n. 196 del 25 settembre 2008, il sindaco del comune di Crotone ha ordinato ai soggetti indagati, nell'ambito dell'indagine sopra citata, di presentare un progetto complessivo per addivenire alla completa bonifica delle aree interessate dal sequestro giudiziario.
Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare si è immediatamente attivato secondo un principio di precauzione per verificare all'interno dell'area sin gli interventi di messa in sicurezza da effettuare eventualmente sui siti inquinati, operando in raccordo con il commissario delegato.
Anche la causa civile sta proseguendo con la produzione, da parte del Ministero, di ogni elemento ulteriore acquisito.
Pertanto, il Ministero dell'ambiente, attraverso la direzione competente, sta operando per accelerare i percorsi necessari alle attività di bonifica generale, finalizzati in particolare, alla rimozione e allo smaltimento di questo materiale, da realizzarsi da parte della società Syndial. In merito alle predette attività, si informa che solo a seguito del definitivo completamento della caratterizzazione del cic disposta dalla Procura, si potrà procedere all'individuazione ed alla realizzazione degli interventi di bonifica più opportuni.
A riguardo, si comunica che nel corso di diversi incontri tenutisi con l'amministratore delegato della Syndial, nei sottolineare la criticità della situazione, sono state ribadite le prescrizioni già impartite in sede di conferenza di servizi. In merito al cic, la società ha dichiarato la più ampia disponibilità a collaborare con gli organi inquirenti al fine di accertare l'effettivo stato dei luoghi in cui il materiale è stato impiegato, nonché a farsi carico degli eventuali interventi di ripristino che dovessero rendersi necessari sulla base degli esiti delle indagini.
Con riferimento, poi, alle implicazioni sulla salute pubblica, è intervenuto anche il Ministero della salute e l'Istituto superiore di sanità (ISS), nonché il dipartimento tutela della salute della Regione Calabria, con Arpacal e rappresentanti degli enti locali, creando una vera e propria task-force, volta ad approfondire le analisi ed indagini del caso.
In base all'inchiesta della Procura di Crotone, il conglomerato risulta essere presente in ventitre aree, quattro delle quali interne al perimetro del sin in questione. Per quanto concerne le altre, si fa presente che la provincia di Crotone ha richiesto al Ministero dell'ambiente di procedere con decreto, ai sensi dell'articolo 1, comma 4, del decreto ministeriale 26 novembre 2002, all'estensione della perimetrazione del sin, al fine di ricomprendere al suo interno tutte le aree oggetto dell'interramento delle scorie. Tale richiesta sarà posta all'esame della conferenza di Servizi di prossima convocazione.
Per quanto concerne l'iter istruttorio relativo agli interventi di ripristino del sito, si rappresenta che la Syndial ha provveduto a presentare gli elaborati progettuali relativi alle aree ex Pertusola, ex Agricoltura ed ex Fosfotec, che hanno tenuto conto delle diverse prescrizioni impartite dal Ministero dell'ambiente al fine di assicurare la realizzazione di interventi maggiormente efficaci e cautelativi, nonché di definire il percorso più idoneo ad abbreviare i tempi della predisposizione e dell'esame degli elaborati richiesti.
Riguardo, poi, alla salubrità delle acque nello specchio antistante la città di Crotone, si rappresenta che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, in applicazione dei propri compiti istituzionali, scaturiti dalla legge 979 del 1982, conduce da quasi 20 anni un attento controllo sugli ambienti marini costieri italiani, attraverso dei programmi di monitoraggio svolti in collaborazione con le regioni costiere.
Il penultimo di questi programmi, iniziato nel giugno 2001 e conclusosi nel gennaio 2007, ha previsto il controllo periodico e sistematico di acqua, sedimenti, molluschi, comunità plantoniche, comunità animali e vegetali dei fondali marini in 81 aree di indagine dislocate lungo tutte le coste italiane, tra le quali rientra anche l'area marina antistante il comune di Crotone. Tutti i dati raccolti in tale programma sono disponibili sul sito internet istituzionale del Ministero (http://www.minambiente.it - Sezione «Mare»).
Il 1o agosto 2008 ha preso avvio il nuovo programma di monitoraggio, finalizzato in parte al proseguimento delle attività di controllo nelle suddette 81 aree di indagine, ma anche alla definizione di condizioni ambientali di riferimento e di livelli di contaminazione chimica recente e pregressa, alla estensione dei controlli ai popolamenti di macroalghe che popolano i fondali rocciosi, alla ricerca di nuove sostanze chimiche, come quelle incluse nella lista delle sostanze prioritarie e pericolose di cui alla decisione n. 2455/2001/CE, conseguente alla direttiva 2000/60/CE, nonché al controllo della diffusione di specie algali, anche bentoniche, produttrici di tossine.
Ad ogni buon fine, si rappresenta che anche la bonifica delle acque prospicienti il sito industriale di Crotone rientrano nel programma di bonifica del sin.
Il Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare: Roberto Menia.