• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

link alla fonte

Atto a cui si riferisce:
C.4/02585 ARACRI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che: il ReCup è un sistema informatico del quale il Servizio sanitario regionale...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02585 presentata da FRANCESCO ARACRI
mercoledì 18 marzo 2009, seduta n.148
ARACRI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:

il ReCup è un sistema informatico del quale il Servizio sanitario regionale del Lazio non può fare più a meno e che ad oggi è il servizio di prenotazione più grande in Italia, unico in tutto il Paese, sia per attività svolte che per dati gestiti. Il ReCup rappresenta la sintesi di tre distinti sottosistemi, Call Center, supporto informatico-piattaforma, Cup aziendali. Detti sistemi, funzionanti in maniera strettamente collegata, riescono a fornire l'intero servizio ReCup call center, front office, monitoraggio dei tempi di attesa, recall per la conferma appuntamenti, Doctor Cup per le prenotazioni prioritarie, monitoraggio posti letto delle terapie intensive e UTIC, servizio di guardia medica, ReCup per la riduzione delle liste di attesa, compilazione ed aggiornamento di oltre 25.000 agende di specialisti e laboratori diagnostici;

il decreto presidenziale n. 11 del 2009 del Commissario governativo ad acta onorevole Marrazzo, appare all'interrogante così come scritto troppo semplicistico e superficiali;

lo studio effettuato dalla KPMG risulterebbe essere privo di fondatezza in quanto non certificante il reale esubero dei dipendenti regionali;

il decreto commissariale in oggetto appare poco chiaro per i seguenti motivi:

a) non specifica a quale soggetto fare riferimento per la riprogettazione ed il rifacimento della infrastruttura tecnologica;

b) non specifica quale sarà la modalità per l'acquisizione delle risorse necessarie alla gestione del servizio «da reperire prioritariamente all'interno della pianta organica della Regione Lazio e delle società regionali» ancorché non noti gli esuberi annunciati;

c) non specifica né fa cenno al reinserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati che, attualmente, proficuamente impiegati dal soggetto ReCup all'interno del servizio, risultano essere 400, i quali solo secondariamente e solo in parte sarebbero riassunti all'interno del nuovo progetto;

d) non sono definiti i tempi per la realizzazione dell'indispensabile percorso formativo, aspetto questo di notevole importanza visto il know how acquisito dall'attuale società cooperativa in oltre dieci anni di attività specifica;

e) non è possibile realizzare alla data prevista nel DPCA, 1o giugno 2009, l'affidamento dei CUP alla competenza diretta di ciascuna ASL. Al momento sono impiegate circa 250 unità nelle ASL di Viterbo, Rieti, nella ASL RM/H ed in quella di Frosinone a cui vanno ad aggiungersi circa 40 unità che cesseranno la propria attività presso il CUP dell'A.O. San Camillo Forlanini a partire dal 10 aprile 2009, senza considerare le unità impiegate presso le ASL RM/C e RM/F. Tali circostanze rendono priva di qualsiasi fondamento la realizzazione del progetto alla data individuata (1o giugno 2009) sia sul piano della operatività che su quello della fattibilità;
con il medesimo decreto si è individuato nella società Asclepion Spa (società per la formazione professionale attualmente non operante), tra le altre, il soggetto a cui si prevede di affidare lo svolgimento del servizio regionale ReCup, attualmente effettuato dalla cooperativa Capodarco;

il ReCup è il centro di prenotazione più grande in Italia al quale sono collegate 12 ASL regionali con la propria rete di ospedali ed ambulatori, e 8 aziende ospedaliere. Tale organizzazione non ha antagonisti sia per dimensioni territoriali che per popolazione gestita e quantità di prenotazioni effettuate;

il servizio ReCup rappresenta uno strumento ormai capace di fornire milioni di dati all'ASP, al servizio epidemiologico regionale e allo stesso assessorato alla sanità, non solo ai fini del controllo e gestione delle liste di attesa, ma anche più in generale di contribuire ai bisogni di salute e quindi della domanda di prestazioni sanitarie per una migliore e più mirata pianificazione dell'offerta a livello regionale;

il sistema ReCup fino ad oggi così gestito ha consentito la riduzione del fenomeno delle doppie e triple prenotazioni, ha garantito il recupero delle prenotazioni abbandonate attraverso la possibilità di accertare la volontà del cittadino utente che ha prenotato la prestazione di non disertare l'appuntamento recuperando l'eventualità con la possibilità immediata di prenotazione per altri cittadini. Questo ha portato ad un risparmio di posti di oltre il 10 per cento con conseguente razionalizzazione dei costi;

il sistema Doctor-Cup garantisce la possibilità, in caso di patologie sospette, ai medici di famiglia, di prenotare direttamente dal proprio studio, visite ed esami ritenuti urgenti, da effettuarsi in un tempo massimo di 2 o 3 giorni;

per i soci lavoratori delle cooperative sociali non sono previsti cassa integrazione o altri ammortizzatori sociali;

con la D.G.R. n. 220 del 10 aprile 2006 è stato disposto l'affidamento alla società regionale LAIT SpA delle attività di organizzazione, coordinamento, erogazione e gestione dei servizi di call center per il sistema ReCup;

la soluzione definitiva al problema delle liste di attesa, necessariamente passa attraverso il potenziamento del servizio ReCup, prevedendo l'inserimento delle agende di tutte le ASL, aziende ospedaliere, policlinici universitari, strutture accreditate e classificate;

ad oggi il servizio è gestito da un totale di circa 900 operatori, di cui 400 portatori di handicap, appartenenti ad una cooperativa sociale, la cui garanzia dei livelli occupazionali (2.000 di cui 700 diversamente abili) rappresenta una esigenza sociale a cui questo Governo non può rinunciare;

la scelta che dovrà essere fatta dovrà prevedere per il nuovo ReCup:

1) il potenziamento del servizio rispetto all'attuale, con aumento del numero delle postazioni in quanto le stesse ad oggi non soddisfano le oltre 4.000.000 di telefonate e le persone servite ogni giorno sono pari a quelle non servite. Oggi infatti il sistema è in grado di garantire il solo 30 per cento di tutte le prenotazioni e la parte restante è utilizzata in maniera non omogenea e discrezionale da parte delle singole strutture nonostante siano trascorsi due anni dalla delibera della giunta regionale del Lazio (DGR n. 431/2006) che ne prevedeva e ne prevede ancora il suo potenziamento;

2) l'inserimento di tutti i soggetti che erogano prestazioni sanitarie per conto del servizio sanitario della regione Lazio all'interno del sistema ReCup; questo oltre a garantire una maggiore offerta «controllata» potrà in futuro garantire anche il «governo» della domanda di prestazioni sanitarie;

3) l'estensione del servizio ReCup riuscirebbe a garantire il monitoraggio dei «tetti» posti ad ogni operatore privato/classificato di prestazioni e, quindi, una importante funzione di controllo sulla spesa e permetterà il controllo su false fatturazioni e trasmissioni di ricette;

4) al monitoraggio degli esenti e dei non esenti -:

se sussistano le condizioni per far riconsiderare i termini e le modalità del decreto del Presidente della Regione Lazio in qualità di commissario governativo ad acta n. 11 del 2 febbraio 2009 sulla trasformazione dell'attuale ReCup in società regionale in house circa il quale si esprimono forti perplessità, come detto, circa i tempi e le modalità nonché per le professionalità e l'esperienza acquisite nel corso degli anni dalla società cooperativa che attualmente gestisce il servizio;

se non ritenga opportuno intervenire immediatamente per tutelare il posto di lavoro dei circa 2.000 lavoratori soci della cooperativa, che fino ad oggi hanno garantito il servizio ReCup e tutti gli altri servizi di rilevanza pubblica e sociale, e per scongiurare il rischio che dal 1o giugno 2009 venga interrotto il servizio stesso con il rischio che in media oltre 20.000 cittadini ogni giorno siano costretti a mettersi in fila presso uno sportello di un'ASL per richiedere la prenotazione di una visita specialistica o di un esame diagnostico oppure anche, loro malgrado, siano costretti a rivolgersi ad una struttura privata a pagamento per ricevere le prestazioni sanitarie loro necessarie;

se - a cura del Commissario governativo - non possa essere stipulata una convenzione tra la cooperativa sociale Capodarco e l'ente pubblico regionale, ai sensi della legge regionale del Lazio n. 24 del 1996 (articolo 24), che consenta la prosecuzione dell'esperienza e della gestione del servizio da parte dello stesso soggetto, salvaguardandone gli attuali livelli occupazionali, e l'inserimento già consolidato dei lavoratori svantaggiati peraltro già occupati nell'attuale progetto (circa 400), razionalizzando e, quindi, contenendo la spesa.(4-02585)