Testo della risposta
Atto a cui si riferisce:
S.4/00113 FLERES - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri per le politiche per i giovani e dell'istruzione, università e ricerca - Premesso che:
da notizie stampa si apprende che, in...
Atto Senato
Risposta scritta pubblicata nel fascicolo n. 016
all'Interrogazione 4-00113 presentata da
FLERES
Risposta. - In relazione all'interrogazione in oggetto. sulla base delle considerazioni da me espresse sugli orientamenti programmatici del Governo in materia di politiche giovanili - nel corso dell'audizione tenutasi nelle sedute dell'8 e del 16 luglio 2006 presso la Commissione XII Affari sociali della Camera dei deputati - nonché delle osservazioni formulate dal Ministero dell'istruzione, università e ricerca si rappresenta quanto segue.
Va premesso che la cultura della legalità e la lotta alla criminalità organizzata costituiscono obiettivi prioritari della politica del Governo, che intende intensificare l'impegno dell'amministrazione, ivi comprese le istituzioni scolastiche, nella realizzazione di iniziative di educazione e formazione ai diritti umani e alla convivenza civile, sulla scorta dei valori costituzionali, al fine di favorire nelle giovani generazioni la diffusione e lo sviluppo della cultura della legalità stessa, oltre che del rispetto di sé e degli altri.
Tra gli orientamenti programmatici ispiratori della attività come Ministro della gioventù, è stato annunciato un insieme di azioni, per le quali si rende necessaria un'interazione con altri Ministeri, tese a rispondere al disagio e alla devianza giovanile, investendo sulla valorizzazione dei modelli positivi, utili a distogliere i giovani dal mondo della criminalità, della droga, dell'abuso di alcol e dei disturbi dell'alimentazione nonché dell'autodistruzione psicofisica.
La lotta al disagio e alla devianza giovanile si deve intendere in senso ampio non solo, quindi, in modo repressivo, ma soprattutto educativo, Obiettivo del Ministero è quello di promuovere, di concerto con il Ministro Gelmini, esperienze educative che coinvolgano i giovani fin dall'età della scuola dell'obbligo, tese a sviluppare una concezione di cittadinanza attiva fondata sul rispetto di sé e degli altri, sul rispetto della legalità, sul concetto del bene comune, sulla solidarietà intesa come condivisione di idee, valori, diritti e doveri.
In attuazione delle enunciate linee programmatiche finalizzate ad affrontare, assieme ad altre problematiche, il disagio giovanile, il Ministro della gioventù ha presentato un disegno di legge recante «Norme in materia di riconoscimento e sostegno alle comunità giovanili ed altre disposizioni in materia di gioventù», esaminato ed approvato dal Consiglio dei ministri nella seduta del 1º agosto 2008.
Il provvedimento ha lo scopo di promuovere ed incentivare, su tutto il territorio nazionale, la nascita di nuove comunità giovanili e di consolidare e rafforzare quelle già esistenti, anche attraverso scambi e progetti con altre realtà nazionali e internazionali, con particolare riguardo allo sviluppo della comune identità culturale italiana ed europea.
In conformità con quanto previsto dagli articoli 2, 3, 18 e 117 della Costituzione, il disegno di legge detta principi fondamentali e norme in materia di riconoscimento e sostegno delle comunità giovanili con l'intento di incentivarne e sostenerne il ruolo attraverso spazi d'aggregazione dove i giovani siano liberi di esprimersi assumendosi tuttavia l'impegno di contrastare, all'interno della comunità giovanile o in prossimità di essa, ogni forma di discriminazione o violenza, ovvero di promozione o esercizio di attività illegali nonché l'uso di sostanze stupefacenti o l'abuso di alcol.
In tale direzione si muove anche il decreto-legge 1º settembre 2008, n. 137, recante «Disposizioni in materia di istruzione, università e ricerca», che è a del Parlamento per la conversione in legge.
In particolare, l'articolo 1 del suddetto decreto dispone che «A decorrere dall'inizio dell'anno scolastico 2008/2009, oltre ad una sperimentazione nazionale, ai. sensi dell'articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, sono attivate azioni di sensibilizzazione e di formazione del personale finalizzate all'acquisizione nel primo e nel secondo ciclo di istruzione delle conoscenze e del competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione», nell'ambito delle aree storico-geografica e storico-sociale e del monte ore complessivo previsto per le stesse. Iniziative analoghe sono avviate nella scuola dell'infanzia».
Anche la valutazione del comportamento degli studenti mira a rafforzare nella comunità scolastica l'importanza del rispetto delle regole e, dunque, la capacità dello studente di saper stare con gli altri, di esercitare correttamente i propri diritti, di adempiere ai propri doveri e di rispettare le regole poste a fondamento della comunità di cui fa parte.
Per quanto riguarda la specifica questione oggetto dell'interrogazione, vale a dire la «intervista condotta su alcuni studenti di un noto istituto superiore della provincia di Palermo», il Direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale per la Sicilia, per il tramite delle competenti strutture del Ministero dell'istruzione, ha comunicato quanto segue.
Già da tempo l'istituto in parola - trattasi dell'istituto tecnico commerciale e geometri di Cefalù - svolge attività socio-educative finalizzate al miglioramento del rapporto scuola-territorio. In tale ottica, all'interno del progetto «Anch'io voglio dire la mia», nell'anno scolastico 2007/2008 sono stati creati degli spazi di dialogo anche attraverso la realizzazione di un giornale scolastico denominato ITCGC news». Le tematiche affrontate hanno riguardato, in generale, il mondo dei giovani e il loro rapporto con la scuola ma anche la realtà sociale nella quale essi vivono ed interagiscono In tal senso, sono state effettuate delle interviste con i referenti delle istituzioni locali (Sindaco di Cefalù, Comandante dei Carabinieri eccetera) al fine di offrire agli studenti l'opportunità di conoscere meglio le problematiche attinenti alle difficoltà e ai bisogni del territorio e potere, al contempo, dare voce alle loro idee e alle loro curiosità. Per collegare queste iniziative ad un più ampio rapporto con il contesto sociale si è attivata una stretta collaborazione con il giornale locale denominato «Cefalunews» ed è all'interno del n. 57 della suddetta rivista che stato pubblicato l'esito dell'indagine condotta dalla scuola, cui si fa riferimento nell'interrogazione parlamentare.
L'iniziativa è stata attuata in concomitanza dell'anniversario della morte di Giovanni Falcone (23 maggio 2008) ed ha previsto la somministrazione di un breve questionario, a risposta multipla, al quale hanno partecipato 328 studenti (abitanti nei paesi del territorio rnadonita: Cefalù, Campofelice, Castelbuono, Collesano, Isnello, Lascari, Pollina, San Mauro, Scillato) già diciottenni e che avevano votato per la prima volta. Alla quinta domanda del questionario («Se tu o la tua famiglia doveste subire un'ingiustizia a chi ti rivolgeresti per chiedere aiuto?») e alla sesta domanda («Cosa faresti per ottenere un posto di lavoro?») il 16% (per la quinta domanda) e il 19% (per la sesta) dei ragazzi dichiara che si rivolgerebbe ad un mafioso. L'esito del questionario è divenuto per la scuola un momento di riflessione e di dibattito per affrontare le questioni della legalità e della sua educazione - è stato intanto attivato un incontro tra gli studenti, componenti del comitato di redazione e i dirigenti delle scuole coinvolte nell'indagine.
L'iniziativa della scuola, in buona sostanza, aveva l'obiettivo di far riflettere gli studenti sull' importanza della legalità assunta nei comportamenti quotidiani. Secondo il Direttore scolastico regionale, trattandosi di un campione molto ristretto (328 studenti) e soprattutto non «casualizzato», i risultati statistici dell'indagine vanno presi cum grano salis e interpretati in relazione alla specificità contestuale dell'iniziativa. Sicuramente non sono dati che possono essere «generalizzatì» ed estesi alla popolazione studentesca né siciliana né palermitana. Essi hanno un significato «indiziario» rispetto a un disagio socio-economico-culturale vissuto all'interno del contesto in cui si è svolta l'indagine, disagio che non va comunque sottovalutato.
In ogni caso, per favorire un'ulteriore elaborazione della cultura della legalità, la Direzione scolastica regionale ritiene opportuno, prendendo spunto anche dai risultati dell'indagine suddetta, di attivare le seguenti iniziative:
creare momenti d'incontro sia con gli studenti che con le autorità locali per porre, con maggiore forza, la delicata questione della presenza territoriale della cultura mafiosa e della necessità di contrastarla a vari livelli;
definire percorsi educativo-didattici programmati ad hoc al fine di sviluppare una profonda cultura della «Legalità Interiore»;
mettere a punto una ricerca-azione, a partire dalla scuola secondaria di primo grado, per la promozione della prosocialità e della legalità interiore.
Il Ministro per la gioventù
Meloni