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Atto a cui si riferisce:
C.1/00074 [contro le accuse di razzismo nei riguardi di Israele in vista della Conferenza mondiale contro il razzismo]



Atto Camera

Mozione 1-00074 presentata da PIER FERDINANDO CASINI testo di giovedì 4 dicembre 2008, seduta n.098
La Camera,

premesso che:

si terrà a Ginevra dal 20 al 24 aprile del 2009 la Conferenza mondiale contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l'intolleranza, di revisione della Conferenza, tenutasi a Durban nel settembre del 2001;

dopo gli appuntamenti del 1978 e del 1983, che si erano svolti a Ginevra, la scelta della sede cadde, infatti, su Durban per il significato altamente simbolico di una città sudafricana dopo la fine dell'apartheid;

nonostante gli sforzi di Kofi Annan, la Conferenza fu fortemente condizionata dai palestinesi e da gruppi arabi e musulmani;

l'evento si trasformò, infatti, in un processo ad Israele, in cui si tentò persino di riportare in vita la deliberazione Onu del 1975 che aveva equiparato il sionismo a una forma di razzismo;

in quella occasione, le organizzazioni non governative consegnarono una dichiarazione in cui si accusava Israele di essere uno Stato razzista, di aver commesso crimini razzisti, crimini di guerra, genocidio, pulizia etnica e apartheid, di aver imposto uno Stato con regime terrorista, di aver compiuto atti disumani contro i palestinesi e si paragonava infine il sionismo al razzismo;

fu anche chiesta l'istituzione di un tribunale internazionale contro lo Stato ebraico, la cancellazione della legge sul ritorno degli ebrei in Israele, il rispetto del diritto di ritorno dei palestinesi la sospensione di tutti i contatti fra gli Stati mondiali e Israele e la messa all'indice di chi li manteneva;

a favore di Israele si schierarono solo Amnesty International e Hrw (Human Rights Watch) che però decisero di non prendere parte alla discussione;

Stati Uniti e Israele ritirarono le loro delegazioni, mentre Australia e Canada attaccarono l'«ipocrisia» della Conferenza con parole di fuoco;

la Libia detiene oggi, la presidenza del Comitato preparatorio della Durban Review Conference, il rapporto è stato affidato a Cuba, e nel comitato preparatorio è presente anche l'Iran;

è ancora vivo il ricordo delle parole pronunciate dal Presidente iraniano Ahmadinejad alla tribuna delle Nazioni Unite quando aveva chiesto che «l'entità sionista sia cancellata dalla mappa del mondo»;

un documento del gruppo Asia, sottoposto al comitato preparatorio di Durban 2 e che appare su un sito internet ufficiale dell'Onu, conterrebbe lo stesso linguaggio che ha minato il primo appuntamento, riproducendo la retorica del Teheran planning meeting del 2001 che portò a Durban I;

il Ministro degli esteri dello Stato ebraico, Tzipi Livni, davanti all'Assemblea generale della comunità ebraiche unite del Nord America ha dichiarato recentemente che Israele non legittimerà e non parteciperà alla Conferenza di Durban II;

il Canada ha già detto che non parteciperà, dicendosi sicuro che la Conferenza invece di combattere il razzismo e l'intolleranza ne promuoverà ancora di più;

anche gli Stati Uniti sembrano propensi a non partecipare, mentre l'Unione europea non minaccia boicottaggi;

solo la Slovenia ha parlato in sede di Comitato preparatorio contro il rischio che si ripeta «l'inaccettabile antisemitismo di Durban», chiedendo anche di non concentrarsi «su un'area geografica sola»,

impegna il Governo:


a vigilare affinché nel processo di preparazione della prossima Conferenza mondiale contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l'intolleranza, non prevalga una impostazione che, sotto l'apparenza della lotta al razzismo, nasconda l'obiettivo di rinfocolare l'ostilità nei confronti di popoli sovrani o Stati legittimi;


a promuovere un'iniziativa in sede europea che tenda ad inserire tra i documenti da sottoporre al comitato preparatorio una ferma condanna delle stragi di cristiani in India e Pakistan, affinché la comunità internazionale intervenga repentinamente per evitare che proseguano impunemente questi attacchi alla libertà religiosa ed ai diritti umani in generale;


a sollecitare una relazione con la quale la Conferenza tracci una mappa dettagliata che evidenzi, senza reticenze ed equivoche interpretazioni, tutte le aree del globo e le nazioni in cui siano presenti violazioni dei diritti di libertà religiosa e culturale, o fenomeni di discriminazione razziale ed etnica;


in particolare, a mettere in conto l'eventuale ritiro della delegazione italiana dal percorso preparatorio, così come annunciato dal Presidente francese Sarkozy, qualora dovesse riproporsi un clima ostile nei confronti di Israele.

(1-00074)
«Casini, Buttiglione, Vietti, Adornato, Volontè, Compagnon, Ciccanti, Naro».