Testo della risposta
Atto a cui si riferisce:
C.4/00048
BERNARDINI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
fonti di stampa del 2 aprile...
Atto Camera
Risposta scritta pubblicata venerdì 5 settembre 2008
nell'allegato B della seduta n. 049
All'Interrogazione 4-00048 presentata da
RITA BERNARDINI
Risposta. - Il servizio del «Poliziotto e del Carabiniere di quartiere» mira ad assicurare una presenza visibile delle Forze di polizia, fornendo una risposta concreta ed appropriata alla crescente domanda di sicurezza.
Tale servizio è stato introdotto nella realtà operativa nazionale a partire dal 2002, allorché si è dato avvio ad un processo di graduale inserimento dei poliziotti e dei carabinieri di quartiere sul territorio nazionale, modulandone la distribuzione e l'impiego in base alle esigenze locali.
L'iniziativa, dopo una prima fase sperimentale che ha interessato ventotto città, è stata ampliata a tutti i capoluoghi di provincia e a novantacinque comuni non capoluogo, per un totale di settecentottantacinque quartieri.
Attualmente - i dati sono aggiornati al mese di giugno - risultano impegnati nel progetto tremilasettecentouno operatori appartenenti alla polizia di Stato ed all'Arma dei carabinieri; entro l'anno saranno assegnate altre duecentonovantasei unità, che consentiranno di avviare il servizio in altri nove comuni ed in altri cinquanta quartieri delle città capoluogo di provincia.
L'attività del «Poliziotto e del Carabiniere di quartiere», costantemente monitorata dal Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'interno, ha consentito di ottenere risultati soddisfacenti sia sotto il profilo della prevenzione sia sotto il profilo della repressione dei reati in tutte le aree urbane interessate.
Relativamente alle osservazioni formulate, secondo le fonti di stampa menzionate dall'interrogante, dal segretario nazionale del «S.I.L.P. per la C.G.I.L.» in occasione di una conferenza tenuta a Palermo, gli operatori impegnati nel servizio, per fornire il massimo apporto di efficienza, sono pienamente inseriti nelle comunità locali, delle quali vivono le dinamiche e conoscono ogni peculiarità, in funzione delle esigenze di sicurezza e della percezione che di essa hanno i cittadini.
Il servizio del «Poliziotto e del Carabiniere di quartiere» è al momento prezioso. Non è dunque condivisibile l'ipotesi che la competenza all'effettuazione di tale servizio sia trasferita dalle Forze di polizia a competenza generale ai Corpi di polizia municipale, dovendosi invece ritenere che le diverse professionalità messe in campo per l'esercizio di tale settore operativo debbano considerarsi fra loro complementari e non alternative.
Non è, peraltro, casuale che nel contesto di alcuni patti per la sicurezza sottoscritti dai prefetti e dai sindaci sia stata prevista la promozione di efficaci forme di coordinamento fra le attività dei poliziotti, dei carabinieri e dei vigili di quartiere in un'ottica di potenziamento e di valorizzazione della polizia di prossimità.
Inoltre, nel più ampio quadro di misure volte a rendere più sicura la vita quotidiana dei cittadini, sono state inserite precise norme per affidare più poteri ai Sindaci in materia di sicurezza sia nel decreto-legge n. 92 del 23 maggio 2008, convertito in legge dal Parlamento il 23 luglio 2008 sia nel disegno di legge attualmente all'esame del Senato.
Con queste norme più stringenti verrebbe assicurato un più efficace controllo del territorio al fine di prevenire e reprimere tempestivamente quelle manifestazioni di illegalità diffusa che ormai quotidianamente disturbano la normale convivenza civile.
Mi riferisco, in particolare, alle norme che riguardano l'accattonaggio, l'uso di alcol e stupefacenti, il commercio di prodotti e merci contraffatte, sino all'obbligo di denuncia per chi subisce un'estorsione.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.