Testo della risposta
Atto a cui si riferisce:
S.4/00060 PORETTI, PERDUCA - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro per le pari opportunità - Premesso che:
il 19 maggio 2008, in un articolo pubblicato sul sito del "Corriere della...
Atto Senato
Risposta scritta pubblicata nel fascicolo n. 002
all'Interrogazione 4-00060 presentata da
PORETTI
Risposta. - Il Ministro delle pari opportunità ha più volte sottolineato la volontà di impegnarsi nel contrasto a qualunque forma di discriminazione e di violenza. Si dichiara, pertanto, disponibile a concedere patrocini a seminari e convegni che affrontano seriamente queste problematiche e che intendono diffondere la cultura del rispetto e dell'uguaglianza, senza distinzioni di razza, di religione e orientamento sessuale.
Come è noto il 17 maggio 1990 l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha cancellato l'omosessualità dalla lista delle malattie mentali, mettendo fine ad un lungo periodo di pregiudizi, discriminazioni e violenza. Nonostante ciò, sono ben 86 i Paesi dell'ONU che ancora criminalizzano i rapporti tra persone dello stesso sesso. In 7 di questi è prevista la pena di morte (Arabia Saudita, Afghanistan, Yemen, Emirati Arabi Uniti, Iran, Nigeria e Cina).
Si ritiene più utile, in considerazione di ciò, spostare l'attenzione sulla necessità di sensibilizzare l'Ambasciata italiana presso le Nazioni Unite perché si faccia portavoce della richiesta di depenalizzazione universale dell'omosessualità.
Per quanto riguarda la domanda posta in merito alle iniziative volte alla regolarizzazione delle coppie omosessuali, l'ordinamento giuridico italiano non riconosce il matrimonio fra persone dello stesso sesso, e la regolamentazione dei rapporti tra persone può trovare soluzione attraverso l'utilizzo di strumenti di diritto privato.
In riferimento alla Commissione LGBT si fa presente che la stessa è stata istituita presso il Dipartimento per i diritti e le pari opportunità (peraltro mai convocata), e che pertanto rientra tra le competenze della citata struttura individuare le eventuali tematiche da affrontare.
Si segnala infine, che il decreto legislativo 9 luglio 2003, n. 216, nel dare attuazione alla direttiva 2000/78/CE per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizione di lavoro, all'articolo 3, 1º comma, prevede che «il principio di parità di trattamento senza distinzioni di religione, di convinzioni personali, di handicap, di età e di orientamento sessuale si applica a tutte le persone sia nel settore pubblico che privato».
Il Ministro per le pari opportunità
Carfagna