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Atto a cui si riferisce:
C.4/00199 BELTRANDI, ZAMPARUTTI, FARINA COSCIONI e MECACCI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per le pari opportunità. - Per sapere - premesso...



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata martedì 5 agosto 2008
nell'allegato B della seduta n. 048
All'Interrogazione 4-00199 presentata da
MARCO BELTRANDI
Risposta. - Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo indicato in esame si rappresenta quanto segue.
Il Ministero delle pari opportunità ha più volte sottolineato la volontà di impegnarsi nel contrasto a qualunque forma di discriminazione e di violenza. Si affrontano seriamente queste problematiche e che intendono diffondere la cultura del rispetto e dell'uguaglianza, senza distinzioni di razza, di religione e orientamento sessuale.
Come è noto il 17 maggio 1990 l'Organizzazione mondiale della sanità (O.M.S.) ha cancellato l'omosessualità dalla lista delle malattie mentali, mettendo fine ad un lungo periodo di pregiudizi, discriminazioni e violenza. Nonostante ciò, sono ben 86 i paesi dell'O.N.U. che ancora criminalizzano i rapporti tra persone dello stesso sesso. In 7 di questi è prevista la pena di morte (Arabia Saudita, Afghanistan, Yemen, Emirati Arabi Uniti, Iran, Nigeria e Cina).
Si ritiene più utile, in considerazione di ciò, spostare l'attenzione sulla necessità di sensibilizzare la nostra ambasciata presso le Nazioni unite perché si faccia portavoce della richiesta di depenalizzazione universale dell'omosessualità.
Per quanto riguarda la domanda posta dall'interrogante in merito alle iniziative volte alla regolarizzazione delle coppie omosessuali, il nostro ordinamento giuridico non riconosce il matrimonio fra persone dello stesso sesso, e la regolamentazione dei rapporti tra queste ultime persone può trovare soluzione attraverso l'utilizzo di strumenti di diritto privato.
In riferimento alla commissione lesbiche, gay, bisessuali e transgender si fa presente che la stessa è stata istituita presso il dipartimento per i diritti e le pari opportunità (peraltro mai convocata) e che pertanto rientra tra le competenze della citata struttura individuare le eventuali tematiche da affrontare.
Si segnala infine, che il decreto legislativo 9 luglio 2003, n. 216, nel dare attuazione alla direttiva 2000/78/CE per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizione di lavoro, all'articolo 3, 1o comma, prevede che «il principio di parità di trattamento senza distinzioni di religione, di convinzioni personali, di handicap, di età e di orientamento sessuale si applica a tutte le persone sia nel settore pubblico che privato».

Il Ministro per le pari opportunità: Maria Rosaria Carfagna.