Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Atto a cui si riferisce:
S.4/00226 PORETTI, PERDUCA - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico - Premesso che:
il Comitato interministeriale prezzi (CIP) aveva il compito di procedere al...
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Testo della risposta scritta
Atto Senato
Interrogazione a risposta scritta 4-00226
presentata da
DONATELLA PORETTI
giovedì 26 giugno 2008 nella seduta n.028
PORETTI, PERDUCA - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico - Premesso che:
il Comitato interministeriale prezzi (CIP) aveva il compito di procedere al monitoraggio dei prezzi medi del petrolio greggio importato (PGI), tenuto conto dei costi di trasporto, raffinazione e distribuzione e dei prezzi unitari del costo dell'energia;
il CIP fu soppresso con legge n. 573 del 1993 e le sue funzioni furono trasferite al Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE), per quanto riguarda i poteri di indirizzo in materia di prezzi e tariffe, in coerenza con il perseguimento coordinato degli obiettivi di politica economica nazionale, demandando alla competenza della specifica Autorità, il settore del gas e dell'energia, al fine delle valutazioni di congruità;
l'ultima delibera della competente Autorità sulla quotazione media del PGI risale all'11 marzo 1998, e forniva i parametri del primo semestre 1997;
da quella data, l'Autorità per l'energia fu esautorata dal compito di fornire valutazioni di congruità e pertanto l'ultimo baluardo a difesa degli interessi della collettività restava l'Autorità garante della concorrenza e del mercato;
il Consiglio di Stato, con sentenza n. 424 dell'8 febbraio 2008, sulle pratiche anticoncorrenziali dei petrolieri nella fornitura del jet fuel (carburante per aeromobili, quindi anche per la compagnia di bandiera Alitalia), ha giudicato parzialmente infondata la condanna dell'Autorità, respingendo il ricorso dei vettori aerei e dei consumatori;
oggi, pertanto, nessun organo dello Stato controlla e presidia l'andamento del costo dell'energia, a fronte dei poteri dei petrolieri e delle conseguenti rendite di posizione, sicché la valutazione del costo dell'energia è esclusivamente demandata agli operatori di settore che, attraverso una pubblicazione di loro edizione (PLATTS), definiscono quotidianamente le quotazioni per aree geografiche del Pianeta;
nella totale indifferenza del Governo, si assiste ad aumenti enormi del petrolio, che hanno effetti destabilizzanti per gli equilibri socioeconomici del nostro Paese;
del tutto irrilevanti risultano i palliativi che, attraverso la leva fiscale, tentano invano di fornire riparo all'avanzata dei prezzi dell'energia;
nulla lascia presagire una presa di consapevolezza del danno economico arrecato al Paese, nonostante l'ENI sia società controllata dallo Stato e provveda a fornire il 50 per cento del fabbisogno nazionale. L'ENI, infatti, persegue la stessa politica di prezzo degli operatori petroliferi, adeguando i propri ricavi alle indicazioni di prezzo fornite dal WTI americano, quotidianamente riprese da PLATTS. In altre parole, i profitti di ENI (che vanta un rapporto prezzo/utili stabilmente attestato al 9 per cento) sfuggono alle regole ispirate ad una seria valutazione della congruità dei costi in presenza di variegate fonti di approvvigionamento (mercato OPEC, mercati SPOT, estrazione diretta, eccetera), configurando l'ente come monopolista non regolamentato;
gli stessi Paesi produttori denunciano la grave bolla speculativa che funesta il costo del greggio (il prezzo del barile risulta quasi raddoppiato rispetto alle previsioni contrattuali), eppure la domanda di energia in Occidente sta vistosamente diminuendo (negli USA -9 per cento nell'ultimo mese) ma viene falsamente gonfiata da varie strategie, ivi incluse le pratiche finanziarie (hedge fund, future, eccetera);
in questo quadro anche i protagonisti integrativi del processo produttivo nazionale hanno istituito le più fantasiose gabelle per partecipare alla realizzazione di rilevanti super-profitti. Trasportatori, raffinatori, distributori e concessionari sono tutti impegnati a prelevare premi e royalties che contribuiscono a rendere i costi dell'energia tra i più alti in Europa;
a giudizio degli interroganti, si è in presenza del più illecito trust. Occorre rompere questo cartello fatto di abusi e intese anticoncorrenziali vietati dalla normativa europea e nazionale. Il controllo dell'attività dell'ENI avrebbe certamente effetto benefico per calmierare i prezzi e innescare meccanismi virtuosi di tutela degli interessi legittimi della comunità nazionale,
si chiede di sapere quali concrete iniziative i Ministri in indirizzo intendano assumere nell'ambito delle proprie competenze per ristabilire i controlli di congruità dei prezzi dell'energia, affinché il recupero di legittimità e trasparenza consenta una vera protezione dei consumatori, del mercato e dell'economia del Paese.
(4-00226)