• Testo della risposta

link alla fonte

Atto a cui si riferisce:
C.4/00978 VERINI e TRAPPOLINO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che: il lago Trasimeno è, con una...



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata venerdì 7 novembre 2008
nell'allegato B della seduta n. 081
All'Interrogazione 4-00978 presentata da
WALTER VERINI
Risposta. - In merito a quanto indicato nell'atto di sindacato ispettivo in esame, riguardante la crisi idrica che ha colpito il lago Trasimeno, si rappresenta quanto segue.
Il lago Trasimeno, quarto bacino nazionale per estensione, con una superficie di 128 kmq ed un perimetro di 54 km, è uno dei corpi idrici più importanti dell'Italia centrale, ed è stato designato:

zona di protezione speciale (ZPS), ai sensi della direttiva 79/409/CEE;

sito di importanza comunitaria (SIC), ai sensi della direttiva 92/43/CEE;

area sensibile e zona vulnerabile da nitrati di origine agricola e da prodotti fitosanitari, ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 1999.
Caratterizzato da un elevato rapporto tra la superficie libera e la profondità media, è oggetto di un depauperamento idrico, dovuto essenzialmente alla progressiva diminuzione dei regimi pluviometrici di afflusso, ai prelievi ed alle intercettazioni idriche per uso irriguo. Da anni non raggiunge lo zero idrometrico, ovvero la soglia di sfioro del suo emissario e, in conseguenza di ciò, i ricambi idrici sono molto ridotti e rischia di perdere la sua condizione lacustre e acquisire quella di palude, compromettendo gravemente la sua funzionalità ecologica.
Si evidenzia, quindi, come la problematica del lago Trasimeno sia da inquadrare nell'ambito di una situazione di squilibrio idrico determinato da condizioni idrogeologiche e geomorfologiche, all'interno della quale le pressioni antropiche hanno un ruolo certamente significativo ma non maggioritario. In questo senso, non ci sono elementi per affermare che ci sia stato un nesso causale e stringente fra la gestione del patrimonio idrico esercitata dai comuni e la crisi del lago, pur dovendo considerare non prive di importanza le pressioni che, tramite gli attingimenti, sono state esercitate sull'area.
La necessità di individuare e risolvere strutturalmente i problemi inerenti la tutela qualitativa e quantitativa del bacino di cui trattasi e del suo ecosistema ha trovato espressione, da un punto di vista programmatico, nei Piano Stralcio per l'area del lago Trasimeno - PS2, redatto dall'Autorità di Bacino del fiume Tevere e approvato con Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 19 luglio 2002.
Tale Programma ha definito gli obiettivi strategici dello sviluppo e della tutela del territorio, prevedendo:

la pianificazione degli usi delle acque e del suolo nel lungo periodo;

le misure dirette a fronteggiare problemi contingenti legati alla quantità ed alla qualità della risorsa idrica disponibile;

la realizzazione di opere atte a contenere l'attuale fenomeno di abbassamento idrometrico, in particolare l'allacciamento del sistema idrico proveniente dall'invaso di Montedoglio alle reti irrigue attualmente alimentate dalle acque del lago.
Dall'estate 2001 tutto il territorio della Regione Umbria è stato interessato da una grave crisi idrica, tanto da indurre, nel febbraio 2002, la regione a chiedere il riconoscimento dello stato di emergenza, ai sensi dell'articolo 5 della legge 225 del 1992, in seguito alla quale la Regione ha posto in essere alcune misure atte a diminuire l'impatto antropico sull'area lacustre, in particolare bloccando gli attingimenti dal lago.
Lo stato di emergenza è stato riconosciuto con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 24 maggio 2002 ed a questo è seguita l'ordinanza n. 3230 del 18 luglio 2002, con la quale sono state individuate disposizioni urgenti per fronteggiare l'emergenza nel settore dell'approvvigionamento idrico.
Nei fatti, lo stato di emergenza perdura ancora oggi. Infatti, il territorio della Regione Umbria è stato incluso tra le aree interessate dalla dichiarazione dello stato di emergenza nei territori delle regioni dell'Italia centro-settentrionale, interessati dalla crisi idrica che sta determinando una situazione di grave pregiudizio agli interessi nazionali, di cui al Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 4 maggio 2007.
L'annosa problematica di water searcity del lago Trasimeno è stata fin dall'inizio attentamente vigilata dal Ministero dell'ambiente che ne ha costantemente controllato gli sviluppi, in concordia con i soggetti centrali e locali interessati. Sono state promosse, ad ogni livello istituzionale, le azioni ritenute utili alla risoluzione definitiva delle criticità, concordate in seno all'osservatorio ambientale dell'area del lago Trasimeno. L'osservatorio, istituito con decreto segretariale nel 2004, fu concepito come tavolo al quale sedevano il Ministero dell'ambiente, l'Autorità di bacino, la Regione, la Provincia e l'allora Azienda per la Protezione dell'Ambiente e i servizi tecnici (APAT) per coordinare e finalizzare in modo efficiente ed efficace le azioni intraprese ai diversi livelli istituzionali dai soggetti competenti, e, mantenere un costante monitoraggio sui risultati prodotti dalle stesse.
Tramite l'osservatorio sono stati conseguiti importanti risultati:

sono stati finanziati interventi per 33 milioni di euro, a valere sul programma nazionale per gli interventi nel settore idrico, legge finanziaria n. 350 del 2003, per il finanziamento e la realizzazione dell'adduzione primaria dalla diga di Montedoglio alla Valdichiana (IV Lotto I stralcio II substralcio), indispensabile per l'emancipazione dell'area lacustre dagli attingimenti per uso irriguo;

sono stati assegnati 1,2 milioni di curo per interventi di manutenzione straordinaria e ripristino dell'officiosità idraulica del bacino scolante del lago Trasimeno, ed ulteriori 400.000 euro per il finanziamento delle attività dell'Osservatorio del lago Trasimeno;

sono stati assegnati 7.500.000 euro per un intervento strategico per la tutela qualitativa del Lago, il completamento dell'anello circumlacuale di collegamento dei reflui civili provenienti dai comuni rivieraschi e la realizzazione impianto centralizzato di Castiglione del Lago e utilizzo acque depurate - 2o lotto.
Inoltre, sono state attivate le procedure per un ulteriore finanziamento di 78 milioni di euro per l'area del lago Trasimeno: il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, nel maggio 2005, ha infatti deliberato un pacchetto di opere, il cosiddetto stralcio strategico del programma nazionale degli interventi nel settore idrico, comprendente, in particolare, gli interventi relativi al collegamento al lago Trasimeno della diga del Chiascio (Valfabbrica - PG) ed alla stabilizzazione versante destro della diga di Casanova. Anche questi interventi risultano fondamentali per garantire il controllo idraulico dei livelli lacuali, attraverso l'eventuale immissione delle acque di buona qualità invasate nel serbatoio del Chiascio.
Ancora, con riferimento alle operazioni avviate tramite l'osservatorio, c'è da sottolineare come i 400.000 euro destinati al funzionamento di tale organismo, siano stati utilizzati per dare avvio alle attività previste nella proposta progettuale della regione Umbria, approvata con decreto segretariale AdB Tevere n. 52/2006, relativa alla definizione ed al finanziamento delle azioni prodromiche alla corretta comprensione dello stato ambientale del Lago Trasimeno ed alla definizione del piano di gestione dell'area del lago. Si tratta di un'attività essenziale sotto il profilo amministrativo e scientifico, sia perché fornisce lo strumento preliminare per il modello di piano di gestione previsto dalla direttiva 2000/60/CE, sia perché dà compiuta attuazione al piano stralcio PS2, anche attraverso l'elaborazione degli studi propedeutici alla revisione della concessione delle acque del bacino interregionale di Montedoglio ed all'attualizzazione del sistema delle risorse idriche (e relativi utilizzi) imperniate sui serbatoi di Montedoglio, sul fiume Tevere, e di Casanova, sul fiume Chiascio.
In relazione alle altre attività intraprese, si evidenzia il contributo fornito dall'osservatorio alla riqualificazione paesaggistica ed ambientale dell'area costiera del lago, attraverso il finanziamento di due importanti interventi, rispettivamente nei comuni di Tuoro e Passignano (convenzione 4 aprile 2006 sottoscritta, per il tramite dell'Osservatorio, tra l'Autorità di bacino del fiume Tevere, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e l'Ente parco del Trasimeno).
Con riferimento alle opere di manutenzione ordinaria e straordinaria, comprensive dei dragaggi necessari per la navigazione, si evidenzia che queste non hanno, né possono avere un significato di risoluzione definitiva delle problematiche del lago. Si tratta, invece, di operazioni volte a salvaguardare il decoro ambientale e sanitario delle sponde del lago, potenzialmente compromesso dall'abbassamento del livello idrometrico, ed a limitare i danni economici che la crisi idrica comporta. Appare, infatti, fondamentale comprendere come fenomeni di abbassamento dei livelli lacustri possano compromettere il già precario esercizio delle funzioni economiche e sociali dell'area, con conseguente grave detrimento dell'economia locale, pressoché integralmente basata sul turismo. Le medesime finalità perseguono anche gli interventi proposti in relazione alla navigabilità del lago, fonte anch'essa di reddito per le comunità locali. Poiché le finalità di tali interventi si ritengono condivisibili si stanno valutando le possibili modalità di realizzazione.
Quindi, se gli interventi di manutenzione appaiono destinati a migliorare temporaneamente la situazione dell'efficienza idraulica del lago e della sua fruibilità in senso economico e sociale, si ribadisce che la risoluzione definitiva delle problematiche del lago non può che passare attraverso l'implementazione di un sistema coordinato di operazioni, di natura infrastrutturale, che consentano l'allargamento del bacino idrico sotteso dal lago e la regolazione idraulica dei livelli idrometrici del Trasimeno, attraverso anche l'eventuale immissione di acque, di qualità compatibile nell'area lacustre. In questo senso, occorre dare nuovo slancio alla realizzazione del pacchetto di opere proposto dalla direzione qualità della vita del Ministero dell'ambiente ed inserito nello stralcio prioritario del programma nazionale degli interventi nel settore idrico, di cui alla delibera del CIPE n. 74 del 2005, riguardante la sistemazione della diga del Chiascio ed il collegamento idraulico di tale serbatoio con il lago.
È, pertanto, intendimento del Ministero dell'ambiente far sì che, tramite il confronto e la cooperazione con la Regione e gli enti locali, questi interventi e tutti quelli ritenuti risolutivi del problema possano trovare un possibile percorso di realizzazione.

Il Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare: Roberto Menia.