• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/01204 BRIGUGLIO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che: il SBV, Sindacato polispecialistico medici e strutture preaccreditate in un...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01204 presentata da CARMELO BRIGUGLIO
mercoledì 1 ottobre 2008, seduta n.058
BRIGUGLIO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:

il SBV, Sindacato polispecialistico medici e strutture preaccreditate in un documentato dossier sul Piano di rientro predisposto dalla regione Sicilia osserva:

a) gli Specialisti convenzionati esterni sono 1.525 e rappresentano in Sicilia, con i loro circa 7.000 dipendenti e collaboratori, una tra le «imprese di lavoro» più importanti della regione, sia per numero di addetti che per certificata e qualificata professionalità;

b) essi costano alla regione Sicilia, così come dichiarato dall'Assessore alla sanità in Commissione sanità nella seduta del 16 ottobre 2007, 310 milioni di euro;

c) tale impegno di spesa è per la regione Sicilia l'importo, in assoluto, più, basso di qualsiasi altra «forza lavoro» che la regione finanzia;

infatti per 8.525 unità il costo/unità è pari a 36.360 euro per posto di lavoro; tale dato si deve raffrontare al costo medio, ospedaliero o delle ASL che varia, secondo la qualifica, da 60 a 120.000 euro anno per unità;

ma anche l'importo di 36.360 non corrisponde alla realtà, in quanto tale somma non va tutta al professionista in quanto la somma di 310 milioni di euro è, solo per categoria, omnicomprensiva: infatti con questa assegnazione detti operatori devono pagare i leasing delle apparecchiature, i reattivi, gli affitti degli studi e quanto ad essi collegato;

è per questo motivo che scrive detta organizzazione - detti operatori si definiscono «imprese di lavoro» e «forza lavoro» o, per meglio dire, rappresentano quel «privato sociale» onesto e fatto di gente che si impegna e lavora con scrupolo e coscienza;

i citati operatori fanno inoltre presente di essere uno scomodo termine di paragone verso il dissennato sperpero delle risorse pubbliche. Infatti, come si può evincere dall'analisi delle assegnazioni del Piano di rientro, si rileva che le somme previste dal piano vengono spese nei seguenti termini:

a) 392 milioni di euro per 1.525 strutture private che implica una spesa media pari a 257.000 euro a struttura - 437 milioni di euro per 163 strutture pubbliche che implica una spesa medi pari a 2.680.000 euro a struttura (piano di Rientro, paragrafo 128, pagine 41-43). Peraltro anche la somma di 392 milioni di euro non è veritiera: essa è infatti pari a 310 milioni di euro così come ha dichiarato lo stesso assessore alla sanità della regione Sicilia;

poiché il paragrafo 12 B, pagine 41-43 del Piano recita «si evidenzia che la maggior parte delle prestazioni specialistiche viene effettuata dalle strutture private» ed è assodato che il privato eroga l'80 per cento delle prestazioni (33 milioni su 42 milioni) ed il pubblico il restante 20 per cento (9 milioni su 42 milioni), ne deriva che:

a) una prestazione erogata nel privato costa euro 11,8 euro;

b) una prestazione erogata nel pubblico costa euro 48,5;

il «buon amministratore» potendo scegliere di comprare la stessa prestazione a 11 o a 48 euro dovrebbe scegliere di comprare quelle che costano meno, invece in Sicilia si decide, addirittura, di ridurre il budget dell'acquisto di prestazioni a 11,8 euro ed, invece, di aumentare l'acquisto di quelle a 48,5 euro;

ne consegue che, in totale spregio al Piano di Rientro saranno dissipate più risorse per sovvenzionare un sistema di sperperi che porterà alla sospensione delle prestazioni sul territorio regionale, creando malasanità;

anzi - osserva SBV - sempre in spregio alla normativa nazionale (Accordo Stato Regioni del 28 marzo 2006, contenimento dei tempi di attesa), alla normativa regionale di cui al presidente regione del 30 giugno 2006 (recepimento dell'Accordo Stato-Regioni del 28 marzo 2006) si destina, anzi si sono già distribuiti circa 10 milioni di euro (calcolo in difetto) alle ASL e destinano altri 4.050.000 di euro per dei progetti di abbattimento delle liste di attesa che possono presentare e quindi aggiudicarsi solo le ASL;

la filosofia del Piano sembra dover essere quella di potenziare le strutture pubbliche e ridurre gli spazi e le risorse per i privati anche se le strutture private sono più efficienti e capillari;

infatti il Piano di Rientro prevede:

a) contenimento della spesa specialistica convenzionata (riduzione di circa 50 milioni euro/anno nel triennio 2007-2009;

b) potenziamento delle strutture di assistenza territoriale pubblica:

1) togliendo il 10 per cento alla categoria suddetta;

2) riducendo l'aggregato suddetto del 10 per cento, 11 per cento e 12 per cento nel triennio 2007-2009;

3) assegnando solo alle strutture pubbliche circa 5 milioni di euro anno per abbattere le liste di attesa;

sorge ovvia la riflessione per la quale se queste risorse fossero destinate al privato presso il quale, come detto sopra, la prestazione costa un quinto in meno, si potrebbero abbattere di ben 5 volte in più le liste d'attesa;

si osserva inoltre che un Piano di Rientro, parlando di numeri, anzi di assegnazioni di somme, dovrebbe essere preciso almeno quanto un bilancio, mentre si ha la sensazione di scelte illogiche;

infatti, sempre nel paragrafo 12B, pagina 42, si legge in palese contraddizione che la regione assegna per la specialistica del territorio (pubblica o privata) euro 935.077.000, ma unico caso in tutto il Piano ove si spende meno del preventivato, ne destina a questo comparto solo 829.645.000 (106milioni di euro in meno); peraltro un ulteriore contraddizione, poiché il piano delle somme assegnate prevede che 436 milioni di euro vengano spesi per il privato e 300 milioni di euro per il pubblico per cui emerge una ulteriore decurtazione di 93 milioni di euro;

a pagina 42 del Piano, alla fine dell'anno 2006 i fatturati delle strutture specialistiche esterne hanno raggiunto l'importo di 464 milioni di euro;

è inevitabile chiedersi quali siano le cifre esatte: 310 milioni di euro; 436 milioni di euro; 464 milioni di euro; 332 milioni di euro;

il dossier fa inoltre presente che è dubbio che se nelle citate risorse sono comprese pure la dialisi ed il sumai e destano grandi perplessità le diverse metodologie con le quali vengono elaborati i bilanci tendenziali e programmati, in quanto i parametri non vengono redatti seguendo gli stessi criteri;

lo dimostra a titolo semplificativo, il raffronto tra spesa farmaceutica e spesa per specialisti convenzionati esterni;

con riferimento alla spesa farmaceutica la somma prevista nel piano di rientro, pari a 1.224 milioni di euro, pare essere stata calcolata applicando una riduzione di 124 milioni di euro alla spesa tendenziale (che era di 1.348 milioni di euro). Nel decreto di ripartizione del fondo sanitario regionale la somma effettivamente assegnata è pari a 1.007 milioni di euro;

con riferimento alla spesa per i medici specialisti convenzionati esterni al contrario la riduzione prevista, pari a 43,6 milioni di euro, è stata effettuata direttamente sul decreto di ripartizione;

sicché mentre per i medici specialisti convenzionati esterni la spesa tendenziale di 462,2 milioni di euro è stata nel decreto di ripartizione del fondo sanitario regionale ridotta a 436 milioni di euro e poi, applicando su questa somma l'ulteriore taglio di 43,6 milioni di euro, a 393,4 milioni di euro, la spesa farmaceutica è stata di fatto aumentata rispetto al decreto di ripartizione: qualora infatti la riduzione fosse stata effettuata con la stessa metodologia applicata per le prestazioni specialistiche la spesa farmaceutica avrebbe dovuto essere portata a 883 milioni di euro (sottraendo cioè i 124 milioni di euro ai 1.007 previsti nel decreto e non, come è stato fatto, alla spesa tendenziale);

in ordine all'aggregato specialisti convenzionati esterni emerge come nel 2004 la somma di 436,6 milioni di euro non sarà integralmente pagata perché non è pagato integralmente l'extrabudget di 310 milioni di euro, nel 2007 la somma di 392,4 milioni di euro non è spesa perché non è riconosciuto il lavoro reale, infine con riguardo alla previsione per il 2009 la somma di 383,6 milioni di euro non sarà ovviamente spesa per intero per le medesime ragioni;

pertanto, osserva il SBV, la categoria dei medici specialisti convenzionati esterni subisce i seguenti abbattimenti: 12 per cento in meno a seguito della legge finanziaria regionale, 11 per cento in meno a seguito della legge finanziaria nazionale (20 per cento in meno per i laboratori di analisi, 2 per cento in meno sugli altri), 19 per cento in meno a seguito del recepimento del tariffario Bindi (-40 per cento laboratori di analisi, -15 per cento radiologia, -4 per cento altri);

il totale dell'abbattimento è equivalente al 42 per cento in meno a carico degli specialisti convenzionati esterni mentre è in aumento la previsione di spesa riguardante tutti gli altri comparti (beni servizi farmaceutica, personale, eccetera);

il dossier del SVB rileva inoltre come non possa affermarsi che l'aggregato di spesa concernente gli specialisti convenzionati esterni costituisca la spesa massima in quanto:

a) i budget stanziati si esauriscono nel mese di settembre;

b) si tengono aperti per tre mesi in passivo gli studi;

c) si abbatte l'extrabudget sino al 90 per cento, quando viene assegnato;

d) le tariffe sono bloccate, senza alcuna rivalutazione, dal 1996;

non si può nemmeno affermare che i laboratori di analisi hanno una tariffa superiore al 40 per cento del resto d'Italia quando:

a) il tariffario Bindi era provvisorio sino ad emanazione del Tariffario Regionale, adottato applicando la normativa di individuazione delle tariffe secondo il decreto dello stesso Ministro del 1994;

b) il tariffario Bindi è stato dichiarato nullo dal TAR Lazio;

c) le tariffe del Tariffario Bindi sono state determinate prendendo a campione solo le mega-strutture presenti al nord (da 500 prelievi in su al giorno rispetto i 20-50 prelievi dei nostri laboratori);

d) la denuncia della CGIL sulle tariffe regionali è stata archiviata dall'autorità giudiziaria;

e) moltissime altre regioni hanno adottato tariffari propri tutti in aumento compresa la regione Puglia anch'essa obbligata al Piano di Rientro;

conseguentemente il suindicato SVB chiede:

il riconoscimento del fatturato 2006;

il riconoscimento dell'extrabudget;

la quantificazione delle risorse per l'abbattimento delle liste d'attesa;

l'aggiornamento delle tariffe;

l'aggiornamento delle nuove prestazioni;

l'aggregazione tra strutture;

l'individuazione di percorsi per tutte le branche specialistiche -:

quali siano, alla luce delle analisi e dei dati sopra riportati, gli intendimenti del Governo in ordine al Piano di Rientro della regione Sicilia, con particolare riferimento agli specialisti convenzionati esterni. (4-01204)